Il Piano di Gesù: 1° Principio
SELEZIONARE – Dedicarti ai pochi per salvare le masse

Quest’articolo tratto dal libro Il Piano Maestro per l’Evangelizzazione di Robert E. Coleman. Usato con gentile concessione della casa editrice Biblos.

Un “fallimento” come evangelista di massa

Se si volesse misurare l’efficacia della sua evangelizzazione in base al numero dei suoi convertiti, Gesù non sarebbe sicuramente considerato un grande evangelista di massa della chiesa. Perché questo? Perché Gesù si concentrava deliberatamente su così poche persone? Non era forse venuto per salvare il mondo?

Non è piuttosto deludente che un uomo – che aveva tutta la potenza dell’universo al suo comando – vivesse e morisse per salvare il mondo e, alla fine, avesse solo pochi discepoli come risultato dei suoi sforzi? La risposta a questa domanda mette a fuoco il proposito del suo piano per l’evangelizzazione del mondo. Gesù non cercava di impressionare la folla, bensì di introdurla in un Regno. Questo implicava la necessità di uomini capaci di guidare le moltitudini. Che sarebbe stato del suo obiettivo finale, se avesse incitato la folla a seguirlo senza pensare alle guide o all’insegnamento di questa gente?

Dedicato ai pochi per salvare le masse

Le masse, senza pastore, erano come pecore indifese che si aggirano senza meta (Marco 6:34; Matteo 9:36; 14:14). Esse erano pronte a seguire chiunque arrivasse con una qualche promessa di benessere, fosse egli amico o nemico. Questa era la tragedia di quel momento: le nobili aspirazioni delle persone potevano essere facilmente stimolate da Gesù, ma altrettanto velocemente potevano essere frustrate dalle mendaci autorità religiose che le controllavano.

Seguaci di Cristo
Ecco come dobbiamo iniziare: proprio come iniziò Gesù. Sarà un cammino lento all’inizio, ma alla fine il risultato sarà glorioso!

Così, prima di poter aiutare il mondo, era necessario raccogliere e formare degli uomini, che sarebbero stati in grado di guidare le moltitudini nelle cose che riguardano Dio. Gesù era realista: considerava pienamente la mutevole e depravata natura umana, come pure le forze sataniche che operano in questo mondo contro l’umanità. Con questa consapevolezza, Gesù fondò la sua evangelizzazione su un progetto in grado di soddisfare tale situazione.

Le moltitudini di persone discordanti e disorientate erano potenzialmente pronte a seguirlo, ma Gesù non poteva prestare loro la sua personale attenzione, di cui avevano, però, bisogno. La sola speranza consisteva nell’infondere la sua vita in uomini che avrebbero svolto quest’opera al suo posto. Per questo motivo egli si concentrò su coloro che sarebbero stati i primi conduttori. Sebbene facesse quello che poteva per aiutare le moltitudini, egli si dedicò principalmente a pochi uomini, piuttosto che alle masse, in modo che, successivamente, le masse potessero essere salvate. Questo era il carattere fondamentale della sua strategia.

Il principio applicato oggi

Stranamente, questo principio è scarsamente compreso, nella pratica di oggi. La maggior parte degli sforzi evangelistici inizia con l’intento di raggiungere le moltitudini, convinti che la chiesa sia preparata a raccogliere quel che di buono ne risulta. Il risultato è la nostra spettacolare enfasi sul numero dei convertiti, o battezzati, o membri della chiesa; tutto questo con scarso interesse per il loro radicamento nell’amore e nella potenza di Dio.

Stranamente, questo principio è scarsamente compreso, nella pratica di oggi. La maggior parte degli sforzi evangelistici inizia con l’intento di raggiungere le moltitudini, convinti che la chiesa sia preparata a raccogliere quel che di buono ne risulta. Il risultato è la nostra spettacolare enfasi sul numero dei convertiti, o battezzati, o membri della chiesa; tutto questo con scarso interesse per il loro radicamento nell’amore e nella potenza di Dio.

Di sicuro, se il modello di Gesù ha qualche significato, il primo dovere di un pastore o di un evangelista è quello di porre un buon fondamento, sul quale possa essere edificato un ministero evangelistico in favore delle moltitudini. Questo richiederà un maggiore impegno di tempo e di talenti per un numero ristretto di uomini nella chiesa, senza dimenticare, nel contempo, la passione per il mondo.

Corso Omega sul DiscepolatoQuesto significherà mettere insieme un gruppo di conduttori ben preparato “per l’opera del ministerio” (Efesini 4:12). Un piccolo numero di persone consacrate, scuoterà, col tempo, il mondo intero per Dio. La vittoria non è mai conquistata iniziando dalle moltitudini….

Tutto ciò che si fa con pochi è per la salvezza delle moltitudini.

Tempo di agire

Iniziamo da dove ci troviamo, magari da alcuni dei minimi, affinché divengano grandi. E ricordiamoci pure che non è necessario avere prestigio agli occhi del mondo, per essere usati in modo potente nel Regno di Dio. Ogni persona pronta a seguire Cristo può divenire potentemente influente nel mondo, a condizione che questa persona abbia ricevuto una formazione appropriata.

Leader

Ecco come dobbiamo iniziare: proprio come iniziò Gesù. Sarà un cammino lento, noioso, doloroso e, probabilmente, gli uomini, all’inizio, non se ne accorgeranno; ma alla fine il risultato sarà glorioso, anche se non vivremo abbastanza da vederlo.

Vista da questa prospettiva, l’adozione dei criteri di Gesù diventa una decisione importante nel ministero. Si deve decidere in che modo il proprio ministero debba contare: se nella celebrazione momentanea del riconoscimento popolare o nella riproduzione della vita in Cristo in pochi uomini scelti, che porteranno avanti il lavoro quando saremo partiti.

In realtà, la domanda è questa: per quale generazione stiamo vivendo?