Il credente ed il lavoro

A Dio importa del tuo lavoro?

Quest’articolo è stato scritto da Robert Tamasy, vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy, Inc. Appare qui per gentile concessione dell’Apice e della sua mailing list “Manna del Lunedì”.

Alcuni anni fa, Doug Sherman e William Hendricks scrissero un libro dal titolo intrigante: “A Dio il tuo lavoro importa”. Immagino che varie persone dando un’occhiata a questo titolo hanno pensato: “Stanno scherzando!”.

A Dio importa del tuo lavoro? Dio dice: “Figlio mio, non esiste lavoro che tu faccia in cui Io, tuo Padre, non sia con te col mio potere di custodia.”

In fin dei conti, la maggioranza della gente immagina un grande spazio vuoto che separa il divino dal mondo, come se fosse un abisso impossibile da sorpassare. O linee parallele destinate e non incontrarsi.

Ma è possibile che questo sia vero? Il materiale e lo spirituale sono necessariamente separati? Ciò che succede nell’ufficio dell’esecutivo o nella piccola stanza dell’impiegato, sfugge agli occhi dell’Onnipotente?

Recentemente ho letto una parte di un libro di Andrew Murray , un sudafricano che morì circa 90 anni fa. Nonostante il tempo trascorso, la sua osservazione sul lavoro rimane oggi tanto reale quanto il giorno in cui fu scritta. Murray scrisse:

Alcune persone pensano che Dio provvede a cose spirituali, ma non alle terrene. Però, quando Dio ti invia a lavorare nel mondo, Egli non dice: “Io me ne vado adesso, mentre tu guadagni il tuo sostentamento”. Al contrario, Dio dice: “Figlio mio, non esiste lavoro che tu faccia in cui Io, tuo Padre, non sia con te col mio potere di custodia.” La maggior parte delle persone passa buona parte della vita condizionata dalle tentazioni e distrazioni del lavoro: ma Dio avrà cura di te in questi frangenti. La sorveglianza di Dio include la tua intera
vita.

Il fatto è che molti passano più tempo al lavoro che in qualsiasi altro luogo, persino nelle proprie case. Dedichiamo 40, 50, 60 ore settimanali, o più, a svolgere varie funzioni e responsabilità per le quali riceviamo un compenso. Possiamo condurre il nostro lavoro senza usare una terminologia spirituale o religiosa, ma perché dovremmo concludere che Dio non si interessa della nostra carriera o professione?

Realmente la Bibbia ha molto da dire sul lavoro, incominciando dal primo capitolo del primo libro.

“Dio li benedisse e disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra.’ Poi Dio disse: ‘Ecco, vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.” (Genesi 1:28-29).

In Genesi capitolo 3, dopo la disobbedienza di Adamo, Dio maledisse la terra rendendo il lavoro difficile. Ma questo non perse la santità. Sebbene la tradizione umana abbia trasmesso punti di vista diversi, nella Bibbia non esistono gerarchie che indichino che il lavoro cosiddetto “secolare” sia meno valorizzato da Dio del lavoro realizzato in chiese o nel campo missionario.

Le Scritture ci assicurano che il lavoro è nobile e un privilegio!

Lavoro

Ecco alcune dichiarazioni sul lavoro che abbiamo trovato nelle Scritture e che ci assicurano che il lavoro è nobile, una occupazione e un privilegio basati sui principi di Dio.

  • Il valore del lavoro.
    “Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. Difatti, chi può mangiare e godere senza di Lui?” (Ecclesiaste 2:24-25).
  • La motivazione del lavoro.
    “L’appetito del lavoratore lavora per lui, perché la sua bocca lo stimola.” (Proverbi 16:26).
  • La ricompensa del lavoro.
    “Chi coltiva la sua terra si sazia di pane, chi insegue chimere è privo di senno.” (Proverbi 12:11).
  • L’obiettivo del lavoro.
    “E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini.” (Colossesi 3:17, 23).

Robert J. Tamasy è vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy, Inc., una “non profit corporation” con base in Atlanta, Georgia, U.S.A. Veterano con più di 30 anni di giornalismo, ha scritto ed editato 9 libri inerenti al mondo degli affari. Recentemente ha collaborato con David A. Stoddard su “The Art of Mentoring”: 10 Principi sullo Sviluppo del Completo Potenziale delle Persone pubblicato dalla Navpress. Il suo articolo appare qui per gentile concessione dell’Apice e della sua mailing list “Manna del Lunedì”.