Quest’articolo è tratto dal libro “Le 4 croci del Golgota”, scritto da Eduardo Mondola, fondatore della chiesa “Cristo Vive” di Latina Scalo. Appare qui per gentile concessione di Edizioni Patmos e dell’autore.

Lo chiamo io
Voglio che qualcuno mi chiami? Lo chiamo io!

Quanti credenti ho sentito pronunciare frasi del tipo “Nessuno mi chiama mai”? Voglio che qualcuno mi chiami? Lo chiamo io!

[Penso all’] immagine del mio Signore Gesù, chinato a lavare i piedi ai Suoi discepoli. Un gesto di umiltà e di servizio senza pari. Ma anche un gesto di amore. Camminare per le strade di allora con i sandali di quel tempo era una tortura per i piedi. Il fatto che qualcuno si chinasse e li lavasse a te era qualcosa – e lo è ancora oggi – che porta un sollievo davvero rilevante.

Lontano dal Golgota, dimentico che sono stato salvato per servire. Dimentico che lo scopo della mia vita è comunicare la salvezza a chi è perduto, servendo il Signore nel servire i miei fratelli nella chiesa locale, portando sollievo alle loro vite. Dimentico il concetto stesso del ‘servire’, e lo scambio con il pretendere, con l’ordinare.

Lontano dal Golgota vengo anche preso dalla pigrizia e dall’ozio. Dimenticando la mia funzione, aspetto che gli altri facciano le cose al posto mio. Tanto c’è sempre qualcuno che vuole darsi da fare. Questo è vero, perché Dio porta comunque avanti la Sua Opera, se non attraverso te, attraverso un altro. Ma quale grande occasione avrai perso!

Quanti credenti ho sentito pronunciare frasi del tipo “Nessuno mi chiama mai”, “Nessuno mi ama perché nessuno mi fa mai visita”, o altre varianti in cui si accusano sempre gli altri di NON aver fatto qualcosa nei propri confronti. Chiedevo sempre a Dio come mai fosse così frequente una simile lamentela da parte dei figli di Dio. Un giorno ottenni la risposta. Guardavo un film. Non era un film cristiano. Ma ad un certo punto una frase mi colpì. Un personaggio disse “Come è scritto nel Vangelo, non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. È una citazione molto comune, ma è sbagliata! Però feci una prova. Durante una predica, in due chiese diverse, cominciai la citazione dicendo: “Come dice la Bibbia? Non fare agli altri…” e feci cenno all’uditorio di continuare. In entrambi i casi, tutti furono capaci di terminare la frase “…ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Allora ebbi la mia conferma.

Bibbia

Stiamo leggendo così poco la Bibbia negli ultimi tempi che il nemico, modificandola sottilmente e abilmente nel comune modo di parlare, ci inganna. E ci convince dell’inganno. Il Vangelo non dice così. Dice invece: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, FATELE anche voi a loro, perché questa è la legge ed i profeti” (Matteo 7:12). Non si tratta, quindi, di NON FARE ma di FARE! Fare agli altri ciò che vorrei fosse fatto a me. Il servizio, come l’amore, è proattivo. Propositivo.

Voglio che qualcuno mi chiami? Lo chiamo io! Voglio che qualcuno mi faccia visita? Ci vado io. Voglio che qualcuno preghi per me? Prego io per lui. Ecco, dunque, che il mio desiderio di ricevere, invece di diventare la sorgente della mia delusione, diventa la fonte di ispirazione di una vita sempre impegnata nel servizio. Ma questo lo realizzo solo quando sono lì, al Golgota. Lontano dal Golgota, desidero solo ricevere, ricevere e ricevere.

Quando siamo lontani, dimentichiamo CHI ci sta dando l’opportunità di essere Suoi collaboratori. Sì, perché se uno di quelli che crediamo essere dei grandi uomini della nostra società, ad esempio il Presidente della Repubblica o il Primo Ministro o un grande attore o qualunque altro personaggio famoso, ci chiedesse di lavorare per lui, noi saremmo contenti ed onorati. Ho sentito una donna dirsi fiera e contenta di lavorare come donna delle pulizie del Capo della Polizia italiana. Un’altra essere orgogliosa di sbrigare le faccende di casa per la mamma di un noto cantante italiano. Uomini felici di essere gli autisti dei personaggi di spicco dell’Amministrazione per cui lavorano. Ognuno di loro era sincero quando mi raccontava di quante volte aveva dovuto fare delle cose in via eccezionale e di averlo fatto semplicemente perché la richiesta veniva da una persona che era considerata importante.

Affidarsi

Di contro vedo invece quanta resistenza facciamo quando il nostro Signore ci chiede la benché minima cosa. Senza accorgercene, noi abbassiamo il nostro Padre Celeste ben al di sotto di questi ‘grandi’ uomini che, appunto, sono solo uomini. Chi può essere più grande del Re dei re e del Signore dei signori? Chi può essere superiore al Creatore dei cieli e della terra? Cosa possono offrirci gli uomini che Dio non possa darci? Chi ha dato la Sua vita per noi? Chi ci ha strappato dall’inferno? Quanto dovremmo sentirci onorati nel sapere che Dio Onnipotente ci vuole al Suo fianco come Suoi collaboratori?

Al Golgota e solo al Golgota io ricordo il grande onore di servire Dio, di essere Suo collaboratore, Suo ambasciatore, Suo testimone, Suo amico. Suo figlio. Sì, io sono un figlio di Dio. Figlio della Persona più grande e potente di tutto l’universo. E se Simone portò la croce del servizio senza battere ciglio, come reagirò io davanti a quella croce sapendo che era destinata a me mentre invece ci salì Gesù? Ai piedi di quella croce, io ricordo. E riprendo il mio cammino di servizio verso nuove vittorie, nuove conquiste, per permettere a Cristo Gesù di dispensare la Sua salvezza verso chi, ancora oggi, ne ha bisogno.

– Eduardo

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