Scritto da Michele Carlson per il sito www.MissionePerTe.it.

Qualche anno fa, una giovane donna si offerse come insegnante d’inglese per un evento evangelistico della chiesa. Ebbene, chi rifiuterebbe la possibilità di avere a disposizione una persona abile che abbia voglia di usare le sue capacità linguistiche ed educative per condividere il Vangelo? “Però,” mi spiegò, “c’è un problema. Sono divorziata e forse questo fatto mi squalifica nel poter servire.”

Con grande delicatezza mi informai dei dettagli del divorzio, scoprendo che lei era stata tradita, maltrattata, e poi lasciata dal marito. Lei lo aveva perdonato e aveva cercato di rimettere insieme il rapporto infranto, ma il marito non lo volle. Quale colpa aveva questa serva del Signore? Poca o nessuna. Eppure, una chiesa evangelica le aveva fatto sapere che il suo contributo non sarebbe stato gradito nella chiesa, perché era divorziata. Non solo era stata ferita dal marito ma poi era stata ferita anche dalla sua chiesa. Ed ora lei mi chiedeva se il divorzio che aveva subito la squalificava per il servizio. Risposi subito: “Certo che no!”

Come mai la sua chiesa l’aveva giudicata “squalificata”? Come mai in una chiesa evangelica dove il perdono veniva predicato, quello stesso perdono non era stato offerto nei suoi confronti?

divorzio
Come mai in una chiesa evangelica dove il perdono veniva predicato, quello stesso perdono non era stato offerto nei confronti di questa donna sofferente?

Il potere del perdono

Ho una domanda sciocca da porti oggi: Quanto è potente il perdono di Dio? Quali sono i suoi limiti? Quanti chilometri può correre il perdono prima di stancarsi? Il perdono di Dio si stanca così facilmente?

Il Salmo 103 è famoso quando ci dice:

Come è lontano l’oriente dall’occidente,
così ha egli allontanato da noi le nostre colpe (NR, il versetto 12).

Direi che il perdono del Signore è potente, e grande, e instancabile. Lo stesso Salmo dice:

Egli perdona tutte le tue colpe,
risana tutte le tue infermità (il versetto 3)

 e poi…

Egli non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe (il versetto 10).

Noi citiamo questi versetti nell’evangelizzazione. Li citiamo pure quando un qualsiasi credente si demoralizza per un errore grande o piccolo. Ma perché non citiamo questi versetti quando un anziano, un pastore, un’insegnante, o un qualsiasi altro leader si ritrova vittima o anche agente del peccato?

Come dice il Salmo 103, il problema non è nella debolezza del perdono. Il problema è che rifiutiamo di applicare il perdono ai leader.

Il leader che pecca

Il caso prima descritto presenta una vittima del peccato, ma che cosa succede quando un leader pecca direttamente? Hai mai conosciuto un credente che fosse divorziato prima di conoscere il Signore? Deve astenersi dal ministero per sempre a causa di un peccato commesso prima di conoscere Gesù? E’ squalificato dal ministero?

Cosa facciamo con l’anziano o pastore che commette un peccato davvero serio come l’adulterio? E’ certamente squalificato dal ministro per un periodo (magari anche lungo). Però, perde la possibilità di servire il Signore per tutta l’eternità?

La cosa un po’ assurda è che decidiamo noi quali siano i peccati maggiori e quelli minori o quali siano i peccati che squalificano un servitore e quelli che vadano quasi accettati. I testi che dicono che i leader devono essere marito di una sola moglie dicono pure che non devono essere orgogliosi e che devono essere buoni padri. Hai mai conosciuto un anziano o pastore orgoglioso? E’ stato squalificato dal ministero? Hai mai visto un leader squalificato a causa delle sue mancanze come padre?

I leader commettono peccati come tutti noi, e il peccato può sicuramente squalificare un leader dal ministero. Però, non sarebbe il caso di (1) osservare l’elenco completo delle qualifiche per un leader e (2) dare spazio alla possibilità di un ravvedimento e del perdono di Dio?

Il leader pentito e perdonato

Anche se la chiesa di cui sopra ha considerato l’insegnante divorziata squalificata dal ministero, spero che la maggior parte di noi possa capire che una vittima del peccato non va punita a causa del peccato subito. Però, la questione diventa più seria e più complicata nel caso che quell’insegnante tradisca il marito o un servitore a pieno tempo si lasci sopraffare da una dipendenza.

La disciplina della chiesa non può mancare quando un leader pecca. Qua non parliamo di un peccato antecedente o di un affronto subito. Parliamo di un leader che pecchi in modo serio. Ci sono chiese che non solo rispondono velocemente ma rispondono anche con una certa conclusività.

Il messaggio chiaro e tondo è questo: “Ci hai deluso e tradito. Quello che hai fatto nel servizio e quello che avresti potuto fare sono stati macchiati dal tuo peccato. Sei squalificato da un qualsiasi ministero da ora in poi.”

Tristemente, sono stato testimone di eventi simili. Conosco personalmente un leader di chiesa che ha derubato la chiesa, un altro che ha tradito la moglie, e un altro che aveva un peccato sessuale nascosto. In un caso, il leader non si era mai pentito. In un altro, il leader si era pentito solo anni dopo il suo fallimento. Ed infine in un altro, il leader si era pentito immediatamente, con un cuore affranto per ciò che aveva fatto.

Ci sono anche casi come quello del nostro fratello, Eduardo Mondola, il quale ha scritto, “Non riuscivo a perdonarmi… Una sera presi la mia pistola, la armai e la misi in bocca col dito sul grilletto”. Poi, Dio l’ha perdonato e Eduardo è riuscito a perdonare se stesso.

Vogliamo veramente dire ad un leader che il suo ravvedimento non conta niente? Vogliamo dire che può essere perdonato da Dio ma non dalla chiesa? Vogliamo dire che il pentimento ed il perdono sono abbastanza per ri-portarlo alla croce ma non abbastanza per ri-portarlo al ministero?

Peggiore di Pietro?

Quanti sono i leader biblici che hanno fallito in modi veramente scandalosi? Abramo ha fatto sesso con la sua serva, Giacobbe ha mentito, e Davide era non solo un adultero ma anche un assassino. E Pietro? Cosa diciamo di Pietro? Cosa diciamo dell’uomo che ha negato di conoscere Gesù?

E’ una cosa terribile tradire il nostro marito o moglie, ma non è ancora peggiore tradire il Cristo? Una chiesa che dice, “Sei squalificato dal ministero per tutta la vita” per una dipendenza dalla droga, che cosa direbbe ad uno che nega il suo rapporto con Gesù? Una chiesa che squalifica un pastore facilmente, cosa farebbe con un fallito come Pietro?

Sono davvero contento che Gesù perdona più facilmente di noi:

15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore….». 19 Gli disse: «Seguimi». (Giovanni 21 NR)

Pietro era pentito. Pietro è stato perdonato. Pietro è stato poi riammesso al ministero. Si era squalificato dal ministero, ma Gesù ha ripristinato la situazione e la chiesa primitiva è stata beneficiaria del suo ministero. Anche noi che leggiamo le lettere scritte da Pietro siamo beneficiari del ministero di Pietro.

Se Gesù può perdonare e utilizzare un peccatore come Pietro forse anche noi dobbiamo lasciare la possibilità che un leader peccaminoso possa pentirsi, possa essere perdonato, e possa essere poi usato da Dio nell’opera del Signore.

La lunga, complicata, ma bellissima strada verso la ri-qualificazione

Non vogliamo in nessun modo minimizzare il danno causato quando un leader fallisce. E non vogliamo in nessun modo minimizzare quanto possa essere complicata e lunga la strada attraverso la quale un leader caduto possa tornare al ministero. Pero, siamo chiamati a perdonare ed ad aiutare i leader nel loro cammino:

Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato (Galati 6:1 NR)

Un pastore ed autore americano, Gordon MacDonald, tradì sua moglie. Anche dopo il suo pentimento sincero, gli anziani della sua chiesa lo costrinsero ad aspettare, imparare, e crescere per qualche anno prima di permettergli di ri-prendere qualche specie di ministero. MacDonald, sua moglie, e la sua chiesa hanno perso molto a causa della sua caduta, ma quanto più avrebbero perso le chiese evangeliche se la chiesa locale avesse detto: “Sei squalificato da un qualsiasi ministero da ora in poi”? Dopo il suo ritorno al ministero, MacDonald ha predicato il Vangelo ed ha scritto diversi libri che sono stati utilizzati da Dio per il beneficio della sua sposa, la Chiesa. Ci sono voluti anni, è servito il pentimento, e c’è voluto il perdono.

Anche se Gesù ha rimesso Pietro subito al lavoro, sappiamo che questa non è la norma. La strada sarà lunga e complicata, ma una strada c’è. Se diciamo, “Sei squalificato da un qualsiasi ministero da ora in poi,” stiamo veramente dicendo che il perdono di Dio non è così potente quanto pensavamo. La squalifica permanente implica che il perdono non “allontana da noi le nostre colpe,” Dio non “perdona tutte le tue colpe” e non “risana tutte le tue infermità,” e Gesù ha sbagliato nel perdonare Pietro e rimetterlo al servizio.

Abbiamo cominciato con una domanda: “Quanto è potente il perdono di Dio?” Resta a noi rispondere. E’ sufficientemente potente per rimettere un servo decaduto dal ministero oppure il perdono di Dio non riesce a superare questo peccato?

Personalmente, io sono contento che…

Egli non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe (Salmo 103:10).