“Dimmi un po’…. Come sono le cellule?”
Scritto da Michele Carlson per il sito www.MissionePerTe.it. Questa pagina riassume alcune caratteristiche basilari delle cellule e rappresenta l’esperienza dell’autore come capocellula di diverse cellule nel centro Italia.
Il concetto della chiesa fondata sulle cellule è bellissimo perché è semplice, perché è biblico e perché si vede in tante parti del mondo lo si vede aiutare le chiese a crescere spiritualmente e numericamente attraverso l’evangelizzazione. Tuttavia, come ogni strumento potente, è meglio sapere come funziona o ci saranno problemi e danni imprevisti. (Una motosega può essere uno strumento dannoso se usata senza conoscenza o uno strumento fantastico se leggi prima le istruzioni!)
In questa pagina, cerco di riassumere alcune caratteristiche generali delle cellule che ho imparato tramite libri studiati. Nello stesso tempo, voglio anche indicarti delle trappole da evitare che ho scoperto nella mia esperienza come leader e membro di varie cellule qui in Italia. Questa pagina è solo un’introduzione superficiale che si dovrebbe approfondire leggendo il manuale “Le Cellule” (cliccando qui) del Corso Omega e partecipando nella vita di una cellula questo è possibile.
Perché esiste la cellula?
La cellula esiste per compiere degli scopi importantissimi. Quindi, io, all’avvio di ogni nuova cellula, comincio con quest’insegnamento. Ralph Neighbour (un esperto mondiale delle cellule) con la sua illustrazione conosciuta come “La Mano”, dice che cinque vecchi amici – le nostre dita – ci aiuteranno a ricordare che la cellula esiste per…
1. Provare la presenza di Gesù: Come il pollice conta il numero uno sulla mano, Gesù è “numero uno” per le cellule. Sperimentare la Sua presenza e guida è la nostra priorità.
2. Evangelizzare: Con l’indice indichiamo gli altri che vogliamo toccare col Vangelo. Gesù il dono più prezioso che possiamo mai dare ai nostri amici.
3. Sviluppare dei leader: Il medio è il dito più alto. Vogliamo che alcuni nella cellula crescano in “alto” e diventino leader. Nella cellula possono sperimentare con i loro doni e talenti. Poi quando la cellula si moltiplicherà, ci sarà bisogno di questi leader che avremo sviluppato per portare avanti una cellula nuova da soli.
4. Avere una comunità con mutua responsabilità: Sull’anulare c’è un anello che sta a significare che abbiamo dato una promessa. Facendo parte di una cellula, prendiamo l’impegno di fare una comunità e di essere responsabili davanti agli altri della nostra crescita spirituale.
5. Fare i discepoli: Il mignolo è piccolo ma importante e ci fa ricordare che ogni “piccolo” credente è importante agli occhi di Dio e che Egli vuole che tutti noi “piccoli” diventiamo “grandi” discepoli. Quando tutti partecipano, sperimentano con i loro doni, fanno parte della comunità e sono responsabili verso gli altri, ci sarà una crescita spirituale notevole.
Moltiplicarsi
Ognuno di questi cinque scopi aiuta la cellula nel suo compito di crescere spiritualmente, di crescere numericamente e, di conseguenza, di moltiplicarsi, formando due cellule dove ce n’era soltanto una. La moltiplicazione – come caratteristica distintiva della cellula (vedi “Cosa sono le cellule?”) – dovrebbe avere luogo quando la cellula raggiunge un numero di circa 15 membri.
Mentre la moltiplicazione non è mai facile (perché alcuni tuoi amici non faranno più parte della tua cellula), è indispensabile che questa accada o la comunione intima verrà persa, non ci sarà più un ambiente accogliente per i non credenti che vorrebbero venire, e la moltiplicazione degli sforzi per l’evangelizzazione non succederà come dovrebbe.
La moltiplicazione può essere difficile emotivamente, ma deve essere vista come una vittoria strategica nell’opera del Signore. Infatti, con la moltiplicazione delle cellule, si vede perché le cellule sono una forza enorme per la fondazione di nuove chiese e per la crescita numerica di chiese che già esistono. Le chiese più grande numericamente in tutto il mondo sono tutte chiese fondate sulle cellule!
L’incontro
C’è molta flessibilità qui, ma spesso gli esperti nel campo delle cellule parlano di quattro fasi durante l’incontro della cellula. Ecco come si possono visualizzare queste fasi.
Scopo | Ordine | Attività | Rapporto | Risponde a questa domanda |
---|---|---|---|---|
Rompere il ghiaccio | Benvenuto | Entrata nella comunità | Tu verso di me | Come ti va? |
Presenza di Gesù | Lode | Esaltazione | Noi verso Dio | Per chi stiamo qui? |
Potenza di Gesù | Parola | Edification | Dio verso di noi | Cosa vuole dirci Dio? |
Piano di Gesù | Opera | Evangelizzazione | Dio mezzo di noi | Come va con la nostra evangelizzazione personale? |
BENVENUTO
Con un po’ di esperienza, forse noterai che il BENVENUTO o “rompere il ghiaccio” (ossia domande a volte anche molto superficiali per riscaldare un po’ l’ambiente) non sarà più necessario perché i membri vengono già pronti a condividere le loro vite.
È comunque utile avere una domanda introduttiva quando ci sono ospiti, perché la domanda iniziale rende subito l’idea che “Tu sei benvenuto qui e vogliamo sentire anche il tuo parere!” Anche all’avvio di una nuova cellula, sarà forse il caso fare una domanda di benvenuto ai primi incontri insieme mentre i legami si creano.
Ecco alcune esempi di domande che “rompono il ghiaccio”:
- Raccontaci una cosa positiva che ti è successa durante la settimana.
- Se potessi andare in qualsiasi momento nel futuro o passato con una macchina del tempo, quale momento sceglieresti di visitare? Perché? (O fai la stessa domanda riguardante un posto nel mondo di oggi).
- Se sapessi di dover morire domani, cosa faresti oggi?
- Chi è il tuo parente (o insegnante o personaggio biblico o libro biblico) preferito e perché?
- Che cosa ti sta insegnando il Signore in questi giorni?
- Qual è il tuo momento preferito della giornata e perché?
- Qual è il dono migliore che hai mai ricevuto (tranne la conversione)?
LODE
Il tempo di lode in cui si celebra LA PRESENZA DI GESÙ (cantare insieme, ascoltare una canzone da un nastro, leggere un Salmo, ecc.) è un momento breve ma significativo. Se si chiede ad una persona diversa da sé stessi di preparare una riflessione per la settimana successiva, diventa una vera opportunità di partecipazione e crescita personale.
OPERA
Parleremo della POTENZA DI GESÙ ossia l’insegnamento della Parola qua sotto, ma prima vogliamo osservare che il PIANO DI GESÙ in cui ci concentriamo sull’opera dell’evangelizzazione e sul compiere dei nostri cinque scopi (vedi “La Mano” sopra), è anche questa una fase di una certa importanza. Si può pregare per i contatti non credenti, pianificare eventi evangelistici, rispondere a domande su come evangelizzare o come migliorare i nostri incontri per accogliere i non credenti, o semplicemente passare del tempo in gruppetti di due o tre applicando l’insegnamento o pregando per i nostri cari che non conoscono il Signore.
NB: Se le solite persone fanno certe attività quasi ogni settimana, non ci sarà l’opportunità per gli altri di condividere o sperimentare i loro doni o di diventare leader.
PAROLA: L’insegnamento della Parola di Dio
Siccome abbiamo tutti frequentato tanti studi biblici, ritengo buono specificare che l’incontro della cellula non è uno studio biblico. Se studiate la Parola soltanto, verranno a mancare vari aspetti importanti nell’incontro e non sarete neanche più in grado di compiere i vostri cinque scopi. Anche se l’insegnamento della Parola non è l’unica attività che si terrà durante l’incontro, è una fase importante che viene preparata con tanta cura. Ecco alcune considerazioni:
- Deve essere pratico.L’enfasi dell’insegnamento nella cellula deve essere messa sull’applicazione. Un ospite non credente non deve tanto capire il significato della Parola “redenzione” nella lingua greca quanto invece sapere che vuol dire per lui!
- Deve essere personale.L’insegnamento che ha prima toccato la tua vita e che contiene illustrazioni personali (ad esempio, come tu lotti col peccato o una conversazione evangelistica che tu hai avuto) sarà un insegnamento memorabile e potente. Parla dal tuo cuore se vuoi toccare altri cuori!
- Deve essere interattivo.La gente oggigiorno, forse più di quando non sia mai stato prima, ha bisogno di rapporti interpersonali e occasioni in cui interagire. Chi vuole presentare “una lezione” o monologo, dovrebbe diventare un professore, non un capocellula. Chi vuole coinvolgere gli altri e suscitare le loro risposte attraverso domande ben concepite, invece, diventerebbe un eccellente insegnante della cellula.
Due considerazioni pratiche sull’insegnamento di Mikel Neuman:
NB: Mikel Neuman ha studiato le cellule in tutto il mondo e ha portato due seminari sulle cellule a Roma da dove vengono queste due considerazioni.
- “Il Ministero delle Scarpe”. Con questa formula Mikel Neuman intende dire che invece di parlare solo tu ed invece di rispondere tu a tutte le domande che possono fare gli altri, guarda fisse le tue scarpe e non dire niente. I partecipanti cominceranno a capire che, guardando alle tue scarpe, non hai intenzione di rispondere e cominceranno pian piano a rispondere come gruppo alle domande degli altri. Vedrai che quest’impegno mentale da parte di tutti di trovare risposte nelle Scritture risulterà in una crescita attiva e profonda.
- Un foglio di otto domande. Prepara in anticipo circa 8 domande le quali, quando vengono discusse, spiegheranno il brano biblico della serata e la sua applicazione alla vita dei membri del gruppo. Dà una fotocopia delle domande ad ogni partecipante. Fa sì che la prima persona legga la prima domanda e che il gruppo [non tu!] risponda. Poi qualcun altro legge la seconda domanda e così via. Se non dimentichi di utilizzare “Il Ministero delle Scarpe” [vedi sopra] e se hai formulato domande buone, l’insegnamento sarà efficace, memorabile e messo in pratica!)
NB: Il capocellula non dovrebbe insegnare per ogni incontro della cellula se ci sono altri capaci di farlo o con quella possibilità. Infatti, ci sono alcune cellule in cui il capocellula non insegna affatto perché non è dotato in questo modo e Dio ha provveduto diversamente.
L’ambiente
L’incontro della cellula dovrebbe tenersi in un ambiente rilassato e familiare in cui sia i membri partecipanti che gli ospiti non credenti possano sentirsi “a casa”. Infatti, questo è un concetto chiave nella situazione ideale -“a casa”.
- Non utilizzare la sala o l’edificio della chiesa.Chi di noi non conosce un non credente che non vuole neanche mettere piede nel locale in cui facciamo il nostro culto? Ci sono tante pressioni culturali che lo rendono un posto minaccioso o che rendono l’entrata una vergogna per chi sta ancora cercando il Signore. Quando egli diventa un credente, imparerà ad apprezzare i culti in qualsiasi locale venga usato dalla chiesa locale, ma non è il caso di costringere un’ospite esitante ad entrarci, e non si sentirà certo rilassato se ci va!
- Non utilizzare una casa soltanto.Ovviamente il posto in cui uno si sente più “a casa” è, appunto, “a casa”! Per questo motivo, facciamo gli incontri delle cellule nelle case dei credenti e dei simpatizzanti (sì, è proprio il caso di chiedere anche ai non credenti se vogliono ospitare l’incontro!), ma è meglio evitare di fare tutti gli incontri nella stessa casa. Ci sono parenti che si sentiranno al loro agio solo a casa di “Zia Francesca” e altri che andranno soltanto da “Mario e Serena”, i loro vicini di casa. Una rotazione di case è molto efficace per questo motivo.
Manca quell’ambiente accogliente anche quando vi incontrate nelle case? Forse c’è da…
- Provvedere un semplice rinfresco.
- Mettere un po’ di musica come sottofondo.
- Fare una domanda per “rompere il ghiaccio”.
- Mettere le sedie in modo più accogliente (l’ideale è generalmente un cerchio senza tavolo).
- Chiederti, “Quanto sono rilassati il capocellula e l’insegnante (se non è la stessa persona)? Quanto è rilassato chi abita in questa casa?”
“La porta di uscita”
Tutti entrano ed escono dalla casa attraverso una porta letterale e fisica, ma ogni cellula ha anche una porta di uscita figurativa. Se un membro se ne va, è importantissimo capire perché ha scelto di utilizzare quella porta di uscita. Alcuni gruppi usano “un’intervista di uscita” ossia chiedono gentilmente alle persone smarrite perché hanno lasciato il gruppo. Così facendo, potete imparare come rimodellare la cellula in modo che sarà più gradita nel futuro. Gli scopi della cellula non si cambiano per nessun essere umano, ma possiamo sempre cambiare i locali, gli orari, ed alcuni metodi ed usanze per raggiungere i nostri scopi!
Conclusione
Spero che hai scoperto qualche aiutino pratico in questa pagina e che leggerai le altre pagine in questa sezione insieme al manuale, “Le Cellule” del Corso Omega per approfondire la tua conoscenza ed arricchire la tua cellula. Però, voglio ricordarti in conclusione di quella vecchia verità, “Sbagliando, si impara!”
La maggior parte delle cose che ho condiviso sopra, le credo perché ho sbagliato agendo diversamente. Ancora oggi è tanto facile dare “una lezione” quasi scolastica e dimenticare il potere di una domanda o fare “solo” l’insegnamento della Parola durante l’incontro e dimenticare di chiedere a qualcuno di preparare un momento di lode o di pregare per i nostri contatti.
Però, nonostante questi sbagli e tutti i miei difetti come capocellula, ho sperimentato la gioia immensa di vedere…
- un ragazzo ex-tossicodipendente diventare un insegnante ed evangelista,
- un giovane battezzarsi dicendo, circa, “Sono diventato credente perché ho visto una differenza nel modo in cui i membri della cellula si trattavano reciprocamente e trattavano anche me rispetto al modo in cui ci si tratta il mondo!”,
- una cellula organizzare un corso di inglese gratuito mirato all’evangelizzazione che ha toccato più di sessanta persone in una settimana,
- e così via.
Direi che i risultati positivi meritano ogni sbaglio che potremmo mai fare. Non ti pare?