Strategie per essere precettore

Questo materiale scritto da John Mallison fa parte integrante del quarto corso SFIDA e viene presentato su www.MissionePerTe.it con il permesso dell’Istituto Biblico Evangelico Italiano (www.IBEI.it). Per ulteriori informazioni sul programma SFIDA o se vuoi usare questo materiale per motivi oltre la tua edificazione personale, scrivi a spc.IBEI@tiscalinet.it.

Fare da guida a nuovi credenti

Crescere per divenire la persona che Dio vuole che siamo è un obiettivo a lungo termine che richiede tutto l’aiuto possibile mediante l’opera diretta dello Spirito Santo in noi, e mediante altri credenti.

L’apostolo Paolo sapeva quanto fosse importante prendersi cura dei nuovi credenti e aiutarli a maturare.

«E sapete pure che, come fa un padre con i suoi figli, noi abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno di voi a comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria» (1 Te 2:11-12).

«Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime» (At 20:31).

Le chiese locali che prendono sul serio il loro compito di curare i nuovi credenti incaricano alcune persone sensibili e mature nella fede affinché si interessino dei nuovi discepoli e facciano loro da guide.

Essi portano avanti questo compito facendoli sentire accettati, aiutandoli a superare i momenti di dubbio e le paure, mettendoli in contatto con altri credenti che li incoraggeranno, pregando per loro e facendo di loro dei discepoli di Cristo.

Oltre alla cura data a tu per tu, appena possibile dopo la conversione, i nuovi credenti andrebbero inseriti in un gruppo di istruzione cristiana. Tali gruppi di istruzione sono di breve durata, generalmente sei o al massimo otto settimane, e hanno l’obiettivo di fornire sostegno morale ai nuovi discepoli di Cristo per aiutarli a intraprendere la loro vita cristiana inseriti in un contesto di amorevole comunione. Un gruppo di istruzione sarà composto sia da credenti maturi nella fede sia da principianti. Esso fa da ponte per permettere ai nuovi discepoli di integrarsi al meglio nella realtà più vasta della chiesa locale.

Qui di seguito elenco alcuni elementi che, per esperienza, ho riscontrato siano di aiuto ai nuovi credenti perché intraprendano bene il cammino della vita cristiana. L’elenco che fornisco è piuttosto breve e conciso poiché nelle librerie cristiane si può trovare parecchio materiale che sviluppa le tematiche a cui faccio riferimento qui. (Nota dell’editore: Questo risulta vero soprattutto per le nazioni di lingua anglosassone. Fra il materiale disponibile in lingua italiana elenchiamo le opere di O.J. Gibson [n.d.t.].)

Nel lavoro a tu per tu con nuovi credenti e facendo da guida a piccoli gruppi, durante i primi incontri, ho preso in considerazione a grandi linee la maggior parte di ciò che segue per poi approfondire con loro il discorso in seguito:

  • Aiutarli a integrarsi in una comunità locale che li accolga calorosamente (Lu 15:3-7). Accompagnali in chiesa. Presentali ad altri credenti amorevoli. Siediti al loro fianco.
  • Far loro riesaminare i passi che servono da base per la propria fede in Cristo in modo di essere certi che abbiano fatto una scelta chiara per Cristo (Ro 5:8; 3:22-23; Ef 2:8-9; Gv 1:12; 2 Co 5:17).
  • Far loro sviluppare certezze in campo spirituale. Bisogna insegnare loro come giungere alla sicurezza di essere a posto con Dio mediante:

A. la conferma esteriore – evidenze nella loro vita di cambiamenti nell’atteggiamento e nel comportamento.

B. la conferma interiore – lo Spirito Santo dona certezza ai cuori dei credenti (Ro 8:16; 1 Gv 3:24; 4:13; 5:10).

C. la testimonianza delle Scritture – la certezza cresce a mano a mano che comprendiamo le promesse di Dio e vi crediamo (1 Gv 5:13; Gv 1:12-13; 20:31).

  • Spiegare l’abbiccì della vita cristiana:

A. Tutti i veri cristiani sono uno in Gesù Cristo. Abbiamo bisogno gli uni degli altri (Ef 4:25).

B. I cristiani hanno due nature (Ga 5:16-25; 2 Co 5:17; Cl 3:5-17).
L’apostolo Paolo descrive queste due nature usando i termini carne e spirito. Vivere in maniera carnale significa vivere per sé stessi, come se Dio non esistesse. Vivere secondo lo spirito, invece, significa vivere focalizzati su Dio, con il desiderio di essere potenziati dallo Spirito Santo per fargli piacere e per onorarlo. La vita cristiana è un’associazione di almeno due persone, non qualcosa da portare avanti da soli. Un discepolo di Cristo è uno più lo Spirito Santo (Ro 8:22, 26; Gv 14:16, 26).

C. Vi sono tre aspetti della salvezza:

1. L’aspetto passato, ossia liberazione dalla condanna del peccato
(1 Gv 1:9).

2. L’aspetto presente, ossia liberazione dalla potenza del peccato (Ro 6:5-11).

3. L’aspetto futuro, ossia liberazione dalla presenza del peccato (Ro 5:9-10; 1 Co 15:55-57).

  • Mostrare loro che il momento della conversione costituisce soltanto un inizio. Abbiamo bisogno di crescere (Ef 4:15); insegna loro come crescere! La crescita comprende un approfondimento e un mantenimento del nostro rapporto con Dio (Ef 4:15; Fl 3:8-19). La crescita avviene quando facciamo uso dei canali voluti da Dio per trasformare le nostre vite (la preghiera, la Bibbia, la comunione fraterna, l’ubbidienza, l’adorazione e gli ordinamenti divini).
  • Assicuratevi che l’enfasi venga posta sul «come» e non soltanto sul «dover» fare certe cose.
  • Aiutateli a comprendere che lo Spirito Santo è la chiave per vivere una vita pia. Esplorate ciò che insegna la Bibbia, e incoraggiateli a rivendicare per fede tutte le risorse dello Spirito Santo che sono state rese loro accessibili (Gv 16:15; Ef 5:16-26; 1 Co 12:1-11).
  • Incoraggiateli ad applicare le Sacre Scritture alla loro vita (Gv 1:22-25). Incoraggiateli a chiedersi: «Ma Dio, che cosa sta cercando di dirmi mediante questo brano?», «In che modo sarei diverso se prendessi sul serio questo brano?» e «A chi chiederò di pregare per me affinché io possa mettere in pratica questi insegnamenti?»
  • Insegnate loro che sperimenteranno l’opposizione del maligno, ma Dio ci dona grazia per affrontarla. Efesini è il libro da studiare per avere insegnamenti su questo argomento. L’apostolo Paolo affronta la realtà delle nostre lotte (6:12). Ci presenta un quadro globale della natura divina e della ricchezza del nostro rapporto con lui mediante Cristo (1:3-10, 18-23; 2:4-10, 13-22; 3:14-21), del ruolo potente dello Spirito Santo (1:17; 2:18; 3:16; 5:18; 6:17, 18), e dell’equipaggiamento che il Signore ci fornisce per permetterci di vivere in modo vittorioso (6:10-18).
  • Aiutiamoli a capire come affrontare le tentazioni e i fallimenti
    (1 Co 10:12, 13; Mt 26:41; Eb 4:15; 1 Gv 1:9).
  • Fornite loro delle motivazioni per servire. Aiutateli a servire secondo le loro doti naturali, le loro capacità acquisite, e secondo i loro doni spirituali. Ci sarà bisogno di assisterli nella scoperta, nello sviluppo e nell’uso dei loro doni spirituali (Ro 12:6-8; 1 Co 7:7; 1 Co 12:4-11). Le loro case, il posto di lavoro, il comune in cui vivono e la loro chiesa locale andranno tutti presentati come luoghi in cui servire.
  • Incoraggiateli a condividere la loro fede al fine di crescere e di portare altri alla fede in Cristo (At 1:8). Assicuratevi che imparino a far questo, guidati e potenziati dallo Spirito Santo.
  • Non mettete troppa carne a cuocere.
  • Trascorrete del tempo con loro facendo cose che gradiscono, in modo tale da conoscerli meglio e instaurare così un rapporto più profondo.

Guida allo studio

Domande per la riflessione personale

Che tipo di assistenza hai ricevuto come nuovo credente?

1. In che modo ciò ti ha aiutato per andare avanti?

2. Come ti ha fatto sentire?

Se non hai ricevuto alcun tipo di assistenza, che tipo di aiuto avresti apprezzato?

Quali degli elementi menzionati sopra hai trovato particolarmente significativi per te? In che modo ti hanno essi aiutato?

Domande per la riflessione di gruppo

Che cosa possiamo imparare da Paolo in questo aspetto di precettore? (Fate riferimento ai brani della Bibbia menzionati all’inizio di ogni paragrafo).

Condividete con gli altri i vostri lavori personali.

Quali libri e/o altre risorse riguardanti i vari aspetti qui menzionati sono risultati utili?

Il ruolo di guida e i piccoli gruppi

Svolgere efficacemente il ruolo di guida può essere importante per far sì che singoli gruppi e un insieme di gruppi diventino più incisivi nel loro lavoro.

Essere precettore di conduttori di piccoli gruppi

Alcuni degli insiemi di piccoli gruppi più efficaci che io abbia potuto osservare sono quelli in cui si adotta una strategia che permette di sostenere e stimolare la formazione di ogni conduttore mediante l’opera di una guida. In un piccolo insieme comprendente un numero esiguo di gruppi, tale ruolo di guida può essere rivestito dal conduttore che ha più esperienza di tutti gli altri. Talvolta si tratterà del pastore stesso o, più frequentemente, della persona responsabile di coordinare l’insieme dei gruppi. Il lavoro di guida verrà svolto sia a tu per tu sia durante quelle riunioni in cui tutti i conduttori si incontrano con la loro guida. La frequenza delle riunioni dei capi gruppo varierà. Persino riunioni saltuarie con la presenza della guida potranno essere di gran beneficio. Però, John Allison, che dirige l’insieme di piccoli gruppi della Redcliff Uniting Church di Brisbane, concede a ogni conduttore un incontro a tu per tu ogni due settimane e un incontro con un gruppo di altri conduttori una volta al mese.

Durante le riunioni a tu per tu ci si focalizza su questioni riguardanti la conduzione del gruppo (stile di conduzione, le cose fondamentali della vita di gruppo, come comprendere e aiutare i membri del gruppo, come aiutarli a progredire nella crescita e così via).
Però, verranno affrontate anche questioni riguardanti la vita personale, familiare e spirituale del conduttore. La preghiera inerente agli argomenti discussi costituirà un elemento importante.

Durante le riunioni del gruppo di sostegno dei conduttori, l’enfasi sarà posta sul fatto che il gruppo deve continuare a svilupparsi nel tempo e sul fatto che le capacità di conduzione vanno sviluppate. La guida aiuterà i conduttori ad aprirsi a Dio e gli uni verso agli altri in modo tale che lo stesso grado di apertura sia una realtà nei gruppi rappresentati dal loro conduttore. Inoltre, durante le riunioni del gruppo di sostegno, si affronteranno alcune delle difficoltà incontrate dai conduttori, verranno festeggiati i successi ottenuti, condivise idee, risorse e nuove intuizioni ottenute mentre si conduceva il gruppo; i conduttori si prenderanno cura gli uni degli altri, adoreranno e pregheranno assieme. Per adempiere con efficacia al suo compito, il gruppo di sostegno si incontrerà ogni 4-6 settimane. Nella chiesa di Redcliffe, menzionata sopra, dove si pone grande enfasi sul sostegno da dare ai conduttori, si prevede un sostegno ogni due settimane per i conduttori nuovi, e ogni quattro per quelli divenuti maggiormente competenti nel loro ruolo.

La funzione di guida esplicata dal gruppo di sostegno viene talvolta integrata da una struttura più informale che consiste nel farsi da guida reciprocamente. Questo avviene quando i conduttori si incontrano in coppia per seguire l’opera l’uno dell’altro, nelle settimane che intercorrono prima della successiva riunione del gruppo di sostegno dei conduttori.

Nei grandi insiemi di conduttori, quelli in cui riscontriamo una struttura gerarchica ad albero, i conduttori vengono sistemati a gruppi di cinque e, a ogni livello dell’albero ci sarà una persona capace che fa da guida ad altre cinque persone. Ciò che abbiamo visto finora funziona anche nella struttura ad albero, sia per le riunioni a tu per tu sia per quanto riguarda le riunioni dei gruppi di sostegno dei conduttori.

Fare da guida a conduttori emergenti di piccoli gruppi

Gesù identificò tre conduttori emergenti nel suo gruppo: Pietro, Giacomo e Giovanni. Lui li rese partecipi di alcuni momenti intimi della sua vita: la risurrezione della figlia di Iairo, la sua trasfigurazione sul monte, e i momenti angoscianti nel giardino del Getsemani. Tutti e tre divennero conduttori della chiesa primitiva.
Ma, a quanto pare, Pietro fu seguito più di altri, e senza dubbio, fra i tre menzionati, divenne il conduttore più influente.

Un gruppo sano che sta crescendo rappresenta uno dei migliori vivai dove identificare e formare nuovi conduttori di piccoli gruppi.
Spesso, nuovi conduttori emergono quando c’è una guida che lavora a tu per tu con una persona desiderosa di imparare e di servire Cristo. Un conduttore efficace, mediante il suo modo di essere e di fare, dimostrerà ad altri che cosa vuol dire essere una guida. Allo stesso tempo, però, darà spazio ad altri al fine di identificare, incoraggiare, sviluppare e usare i doni di conduzione di nuovi potenziali conduttori, fornendo loro il sostegno necessario.

I conduttori di piccoli gruppi debbono saper riconoscere fra i membri del loro gruppo quali siano i potenziali conduttori. Inoltre, debbono sapere come nutrirli. Queste sono capacità difficili da acquisire e che richiedono tanto impegno da parte del conduttore.
Certamente non bisogna sottovalutare la dimensione spirituale insita nella capacità di far sorgere nuovi conduttori. Però, bisogna dire anche che la fiducia in sé stessi dei potenziali conduttori crescerà quando coloro che sono già dei conduttori saranno veramente dei modelli e avranno capacità di riconoscere i potenziali conduttori.
Bisognerà comunque rendere evidente il fatto che un potenziale conduttore deve imparare a servire prima che possa assumere una posizione o un ruolo di conduzione.

I conduttori dovrebbero consultarsi con le loro guide personali e con il gruppo di conduzione per avere conferma delle proprie convinzioni circa i potenziali nuovi conduttori. Una volta approvata, la persona con potenziali capacità di conduzione potrà essere invitata a partecipare alla maggior parte delle attività previste per i conduttori.

Il conduttore emergente riceverà responsabilità sempre maggiori e verrà seguito in maniera intenzionale dal conduttore di gruppo che gli farà da guida, gli fornirà sostegno, lo incoraggerà e valuterà insieme con lui il suo rendimento. Il gruppo, a cui appartiene il conduttore emergente, verrà informato delle sue capacità e del suo lavoro; i membri del gruppo insieme con tutta la chiesa locale, avranno opportunità per confermare e approvare colui che sta vivendo un apprendistato di conduzione.

Essere precettore in gruppi di discepolato

I vari tipi di gruppi che hanno come loro scopo specifico la formazione di discepoli forniscono un’ulteriore opportunità per portare avanti il lavoro di guida. Un gruppo di questo genere dovrebbe essere sufficientemente piccolo per permettere al conduttore di seguire ogni membro al di fuori degli incontri generali. Anche se questo lavoro a tu per tu avvenisse sporadicamente, cioè in quei momenti in cui diviene evidente il bisogno di cure particolari di uno dei membri, risulterà comunque utile; esso migliorerà la vita sia di quell’individuo sia del gruppo nella sua globalità.

Incoraggiare i membri ad avviare rapporti in cui essi fanno da guida l’uno all’altro in maniera reciproca fornirà il sostegno personale e spirituale necessario per andare avanti nei frangenti di tempo che intercorrono fra le riunioni di gruppo. In quei momenti in cui interagiscono reciprocamente, essi potranno considerare ulteriormente quelle questioni trattate nelle riunioni di gruppo.

Procedendo in questa maniera, si potrà sperimentare un’altra dimensione dell’aiuto che si può dare ad altri e della necessità di rendere conto gli uni agli altri.