Chiesa semplice

La storia delle chiese in casa

Lezioni pratiche per oggi

Questa pagina estratta dall’articolo “La storia delle chiese in casa” scritto da Rad Zdero. Copyright © 2002. Appare qui per gentile concessione di Rad Zdero e del sito www.housechurch.ca.

Attualmente c’è un fenomeno un po’ dappertutto nel mondo definito “la chiesa in casa”. Si dice che ci siano più credenti nel mondo appartenenti alle chiese in casa che appartenenti a qualsiasi altro tipo di chiesa. La ricerca dimostra che i movimenti per la fondazione di chiese che crescono più velocemente oggi sono quelli che utilizzano le piccole riunioni nelle case (vd. David Garrison, Church Planting Movements, pag. 35). Noi che prendiamo sul serio il mandato di Cristo di fare discepoli di tutte le nazioni (Matteo 28:19-20) faremmo bene a chiederci quali lezioni si possano imparare dal movimento delle chiese in casa. Prima, però, diamo una definizione di “la chiesa in casa”.

Che cos’è una “chiesa in casa”?

Una chiesa in casa non è un semplice gruppo di preghiera o uno studio biblico come sono noti alla maggior parte dei credenti d’oggi. Benché abbiano molto in comune, una chiesa in casa non è neanche una cellula, la quale appartiene ad una struttura piramidale con un pastore in cima. A differenza delle congregazioni tradizionali che si trovano nel mondo occidentale—con un edificio, un pastore pagato, diversi programmi costosi, e il culto principale della domenica mattina—le chiese in casa rappresentano un tentativo di tornare alle cose fondamentali della comunità cristiana e della missione cristiana.

Detto in modo positivo, le chiese in case sono chiese pienamente funzionanti in sé, con la libertà di prendere la cena del Signore, di battezzare, di sposare, di osservare funerali e di esercitare la disciplina. Sono guidate dai laici e si incontrano nelle case in gruppi fra 10 e 30 persone per la preghiera e l’adorazione, lo studio e la discussione della Bibbia, il discepolato e l’evangelizzazione, ed anche per mangiare insieme e divertirsi.

Siccome sono tipicamente autonome, si adattano più facilmente alla persecuzione e alla crescita, ma sono anche più vulnerabili alla cattiva teologia e al cattivo comportamento. Di conseguenza, tante chiese in case scelgono di unirsi ad una rete di chiese in casa per motivi di sicurezza, stabilità e per rendere conto a qualcuno. Se questo sembra solo la nuova moda promossa da persone rigettate o reazionarie, non è così. Le chiese in casa hanno una storia lunga e nobile.

Le chiese in case allora e adesso

Chiesa in casa

La chiesa in casa è antica come il Nuovo Testamento stesso. Gesù ha scelto dodici per stare con Lui come discepoli i quali dopo sarebbero mandati come apostoli (Marco 3:13), modellando in modo efficace il tipo di intimità, interazione e mutua responsabilità possibile solo in un piccolo circolo di discepolato. Gli apostoli si sono trovati alla guida della chiesa di Gerusalemme con migliaia di persone che si incontravano principalmente nelle case private subito dopo la Pentecoste (Atti 2:46, 5:42, 12:12, 16:14-15, 20:20). L’apostolo Paolo ha scritto a gruppi di discepoli nell’Impero Romano, salutando per nome le persone che ospitavano le riunioni cristiane nelle loro case (Rom 16:3-5; 1 Cor 16:19; Col 4:15-16; Filemone 1:2).

Le case del primo secolo avevano la possibilità di accomodare al massimo 35 persone in modo confortevole (Del Birkey, The House Church, pag. 55). Questo ha aiutato a mantenere un ambiente di rapporti stretti negli incontri della chiesa antica. Di conseguenza, tanti comandamenti neotestimentari cominciano ad aver senso in questo contesto, come le istruzioni di accettarsi a vicenda (Rom 15:7), istruire l’un all’altro (Rom 15:14; Col 3:13, 16), incoraggiarsi a vicenda (1 Tess 5:11; Eb 3:13), perdonarsi a vicenda (Ef 4:32), confessare i nostri peccati l’uno all’altro (Giacomo 5:16), e pregare l’uno per l’altro (Giacomo 5:16). Tutti avevano delle capacità dategli da Dio (1 Cor 12:7-11) che utilizzavano per edificare gli altri: “Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un’interpretazione, si faccia ogni cosa per l’edificazione” (1 Cor 14:23; vd. Anche Col 3:16; Ef 5:19; Eb 10:24-25).

Questo tipo di incontro nelle case sembra aver persistito fino agli inizi nel quarto secolo, quando l’Imperatore Costantino (circa 313 d.C.) cominciava a costruire degli edifici per le chiese. Gli incontri nelle case private erano marginalizzati ed eventualmente resi illegali per paura di eresia e gruppi scissionisti. Stando a Peter Bunton in Cell Groups and House Churches e Wolfgang Simson in Houses that Change the World, però, questo non fu la fine della storia [in quanto parlano di movimenti simili in Spagna, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti]….

Oggi, c’è un influsso massiccio di nuovi credenti nel Corpo di Cristo attraverso le chiese in case e le cellule. Cina, Cambogia, Cuba, India e Vietnam hanno più di 100 milioni di persone coinvolti nelle chiese in casa. Altri luoghi come Corea, Singapore, Ecuador, El Salvador e Colombia vedono migliaia di persone entrare nel Regno di Dio tramite le cellule, con un’enfasi equilibrata fra le piccole cellule nelle case e i grandi culti (Joel Comiskey, Home Cell Group Explosion). I Nord Americani e gli Europei sono stati lenti ad adottare entrambi i sistemi. Tuttavia, anche questo sta cambiando.

Lezioni pratiche per oggi

Ci sono alcune lezioni importanti che possiamo trarre da quest’occhiata alle chiese in case e alle cellule.

1. Esempio della chiesa primitiva:

Durante i suoi primi tre secoli, il cristianesimo fu una rete di piccoli cerchi di discepolato che si incontravano nelle case. Che questo fu un disegno deliberatamente iniziato da Cristo e propagato dagli apostoli si percepisce nel Nuovo Testamento.

2. Esponenziale:

Grazie alla loro natura riproduttiva, le chiese in case e le cellule hanno la possibilità di accomodare una mèsse che va oltre la capacità delle chiese tradizionali, basate suoi programmi. Per adempiere al Grande Mandato di fronte alla crescita della popolazione globale, dobbiamo diventare più intelligenti per crescere più grandi.

3. Efficienza:

Le chiese in casa in particolare sono naturali, semplici, economiche, riproducibili e facilmente adattabili a tutti i contesti a dispetto della povertà, persecuzione o mancanza di questi ostacoli.

4. Egualitario:

Dopo la Riforma, c’è stato un assunto principalmente teorico al principio biblico del sacerdozio di tutti i credenti. Con la loro natura partecipativa e interattiva, sia le chiese in casa che le cellule sono capaci di liberare veramente i cosiddetti laici ad utilizzare i loro doni spirituali.

5. Entropia:

Moltiplicaione
Grazie alla loro natura riproduttiva, le chiese in case e le cellule hanno la possibilità di crescere in modo esponenziale.

Gruppi autonomi sono spesso i precursori di sette. Ne consegue che per mantenere la buona salute (dottrinale e comportamentale) e prevenire l’instabilità (la dispersione o il protezionismo), le chiese in casa in modo particolare hanno bisogno di unirsi a delle reti relazionali di mutua responsabilità. Le cellule, dall’altro lato, sono già parte di una struttura piramidale in cui rendono conto ad altri nella chiesa. Si spera che le chiese tradizionali possano accettare il fenomeno delle chiese in casa come un agente di rinnovo divino per la salute dell’intero Corpo di Cristo.