Difesa della fede

Archeologia: 15 scoperte, parte 3

Le 15 scoperte più importanti dell’archeologia biblica:
Terza parte (scoperte 11-15)

Il dottor Walter C. Kaiser Jr. è titolare di Antico Testamento presso il Seminario Teologico Gordon-Conwell. Egli è riconosciuto a livello internazionale come studioso di Antico Testamento. Ha pubblicato più di 30 libri. NB: Le immagini non rappresentano le scoperte nel testo ma servono solo come esempio di oggetti simili.

11. L’OSSARIO DI CAIAFA:

Il sommo sacerdote Caiafa, il quale servì come capo del Sinedrio dal 18 al 36 d.C., è conosciuto come colui che diede il cinico consiglio che fosse meglio che morisse un solo uomo (cioè Gesù) invece che soffrisse tutta la nazione (Giovanni 11,49-53). Infatti, fu lui che presiedette al processo notturno di Gesù (Giovanni 18,14).

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Caiafa disse che fosse meglio che morisse Gesù invece che soffrisse tutta la nazione e poi presiedette al Suo processo notturno.

Nel 1990, a sud del Monte del Tempio, mentre dei lavoratori costruivano un acquapark nella «Foresta della Pace» in Gerusalemme, fu trovato per caso l’ossario di Caiafa, o urna per le ossa, in quello che alcuni considerano il cortile della casa di Caiafa, dove Pietro aspettò notizie su Gesù (Matteo 26,69-75).

Sull’ossario finemente decorato era incisa l’iscrizione trovata in due posti, «Qafa» e «Jehosef bar Qajafa», ossia «Caiafa» e «Giuseppe, figlio di Caiafa». Lo storico Flavio Giuseppe gli diede il nome completo come «Giuseppe, il quale è chiamato Caiafa dal sommo sacerdozio». All’interno dell’ossario c’erano le ossa di sei persone, incluso un uomo di 60 anni, probabilmente Caiafa. Questa fu una scoperta straordinaria.

12. L’ISCRIZIONE COL NOME DI PONZIO PILATO:

L’iscrizione col nome di Ponzio Pilato si trova su un monumento del primo secolo che fu riutilizzato per un progetto di rifacimento del quarto secolo. Tuttavia, sembra che fu scritto per commemorare l’inaugurazione da parte di Pilato di un tempio per l’adorazione di Tiberio Cesare durante il periodo di governo di Pilato in Giudea.

Ponzio Pilato governò sulla Giudea dal 26 al 36 d.C. Fu durante questo periodo che incontrò Gesù di Nazareth nel famoso incontro in cui Pilato domandò: «Che cos’è la verità?» (Giovanni 18,36-38).

L’iscrizione in Latino di quattro righe dà a Pilato il titolo di «Ponzio Pilato, Prefetto di Giudea». Ancora una volta, qui c’è un’evidenza esterna da parte dell’archeologia che dimostra che il racconto degli Evangeli fu scritto durante il periodo in cui gli eventi ebbero luogo, perché i titoli di questo tipo tendono ad andare dimenticati col tempo.

13. LA PISCINA DI SILOE:

La piscina in cui Gesù guarì il cieco (Giovanni 9,1-51) era la piscina di Siloe. Nel periodo bizantino, l’Imperatrice Eudocia (ca. 400-460 d.C.) costruì una chiesa (sopra la quale adesso c’è una moschea) e una piscina dove l’acqua emergeva dalla galleria di Ezechia. Durante il periodo in cui ci si attendeva un assedio assiro, Ezechia, re di Giuda, fece costruire una galleria di 533 metri, partendo dalla sorgente del Ghihon [N.d.R.: cfr. 2 Cr 32,30]; fu così che due squadre di operai, partendo dai lati opposti della galleria si incontrarono, in qualche modo misterioso, a metà nel profondo sotterraneo — un’impresa commemorata da una targa chiamata «L’iscrizione di Siloe» (ora conservata nel Museo di Istanbul). L’acqua scorse dalla galleria di Ezechia alla piscina di Siloe (Geremia 8,6; Nehemia 3,15).

Nel giugno del 2004, comunque, divenne chiaro che il sito bizantino del quarto secolo cristiano non era il sito della piscina di Siloe dei giorni di Gesù. Mentre alcuni operai stavano lavorando per riparare un tubo della fognatura di Gerusalemme, gli archeologici Ronny Reich e Eli Shukron osservarono, non lontano dalla fine della galleria di Ezechia, un tratto di scale discendenti, ciascuno di cinque gradini e che misurava 69 metri di lato. Utilizzando un rilevatore di metalli, gli archeologici scoprirono quattro monete nell’intonaco, utilizzato nella prima fase della piscina, datata verso la fine del periodo asmoneo o all’inizio del periodo di Erode (103-37 a.C.). Nella seconda fase, è stata trovate una dozzina di monete del periodo della prima rivolta giudaica, la quale durò dal 66 al 70 d.C., con la dicitura degli anni 2, 3 e 5 della rivolta. Ci sono pochi dubbi che questa era la piscina di Siloe, dove Gesù mandò il cieco a lavarsi prima di essere guarito (Giovanni 9,1-12).

14. L’ALTARE A CORNI DI BEER-ŠEBA:

Ai limiti meridionali dell’antico Israele («da Dan a Beer-šeba») fu trovata a Beer-šeba una quantità di grosse pietre sapientemente lavorate, le quali furono riutilizzate per un muro della fine dell’ottavo secolo a.C. L’altare a corni di Beer-šeba, una volta ricostruito, misurava 160 centimetri in altezza, 160 centimetri in lunghezza e 160 centimetri in larghezza, anche se altri sassi trovati in un secondo momento suggeriscono che poteva essere fino a 2,7 metri in lunghezza. Le sporgenze appuntite o «corni» (cfr. Esodo 29,12 o 1 Re 1,51; 2,28) coincidevano con la descrizione biblica di un altare, ma l’uso di pietre squadrate non corrispondeva alle istruzioni bibliche (Esodo 20,25). Per di più, l’altare aveva l’immagine di un serpente su una delle pietre e i sacrifici furono offerti sull’altare perché le pietre, che formavano la superficie superiore, erano annerite. Anche se c’è stata una controversia enorme per quanto riguarda il luogo originario dell’altare, tutti sono concordi che esso ci dà una chiara immagine di un luogo illegittimo per i sacrifici.

Infatti, Amos 5,5; 8,14 sembra dire che Beer-šeba fu sede di un’adorazione pagana, dove forse esisté un santuario scismatico.

15. IL CILINDRO DI CIRO:

Come ultimo esempio in questo gran numero di scoperte che dimostrano l’affidabilità della testimonianza biblica riguardo alla sua esattezza storica, abbiamo scelto il cilindro di Ciro. Questa raccolta di editti di tale re persiano, disposta su un cilindro, coincide bene con ciò che troviamo nei libri di Esdra (1,2-4) e 2 Cronache (36,22-23). Il re Ciro diede il merito al suo dio Marduk per averlo scelto e per avergli dato il compito di regnare sul mondo. Il profeta Isaia l’avrebbe espresso in termini teologici leggermente diversi, perché in Isaia 45,1 Dio chiamò Ciro per nome, molto prima della sua nascita, e dichiarò: «Egli adempirà tutta la mia volontà» (Isaia 44,28).

In modo ancora più significativo, però, il cilindro annunciò la politica persiana di Ciro verso i popoli prigionieri, come gli Israeliti in esilio. A ognuno di questi popoli in esilio fu concesso di tornare nella loro rispettiva patria, dove per loro sarebbero stati eretti santuari stabili. Ciò è in accordo con la profezia in Isaia 44,24-28.

ArcheologiaL’archeologia biblica è viva e vegeta e serve apologeticamente per difendere le Scritture.

Ci sarebbe certamente ancora molto da raccontare, ma già i 15 esempi riportati dovrebbero bastare per aiutarci a capire che l’archeologia biblica è viva e vegeta. Essa è servita come meraviglioso strumento interpretativo per spiegare lo sfondo, le abitudini, la cultura e i dettagli dei tempi in cui ogni scoperta fu collocata. In ogni modo, una sorpresa inaspettata è stata il fatto che l’archeologia biblica è servita anche apologeticamente per difendere le Scritture, anche se ciò non è stato la sua spinta motivazionale o il suo obiettivo principale. Infatti, i risultati continuano ad arrivare fino a oggi e alcuni potrebbero essere stati annunciati anche mentre pubblicavamo quest’articolo.


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Quest’articolo è stato ripreso con permesso da: Walter C. Kaiser, «Top fifteen finds from biblical archaeology», Contact (Seminario Teologico Gordon-Conwell, edizione invernale 2006). Traduzione di Michele Carlson, revisione e adattamento di Nicola Martella e Emanuele Tosi. Copyright per l’Italia (c) Missioneperte e (c) Punto°A°Croce 2006. Proprietà letteraria riservata dell’originale e della traduzione.