Quest’articolo è tratto dal libro “Scoprire l’adorazione” di Bob Sorge. Appare qui per gentile concessione di Edizioni Patmos.
Attraverso la dichiarazione di Gesù, sappiamo che il Padre cerca adoratori (vedete Giovanni 4:23) e che gradisce lo stile di vita dei veri adoratori…. Esaminiamo insieme, allora, questo passo in Luca 7:36-50 per vedere più chiaramente le qualità che caratterizzano l’adoratore.
Alcune qualità di un adoratore
L’adoratore è un generoso donatore
La prima lezione che si può imparare da questo racconto è che l’adoratore è un generoso donatore. Questa donna diede a Gesù un olio profumato di gran valore; il suo costo equivaleva circa al salario di un anno. …l’unico modo per aprirlo era romperlo. Inoltre, una volta rotto, tutto il suo contenuto doveva essere usato. La donna del nostro racconto non esitò anche se sapeva bene che portando il vaso di profumo a Gesù, non poteva dargliene solo una parte ma doveva darlo tutto. Sì, o tutto o niente! Che gesto d’amore generoso e bello!
È allora biblico portare un dono quando andiamo a adorare Dio. Salmo 96:8-9 esorta: “Portategli offerte e venite nei suoi cortili. Prostratevi davanti all’Eterno nello splendore della sua santità” (Nuova Diodati). Secondo il sistema sacrificale dell’Antico Testamento, gli adoratori dovevano portare un agnello (o un capretto, un montone o due tortone). Non potevano andare davanti a Dio senza un dono da offrirgli. “Nessuno si presenterà davanti a me a mani vuote” (Esodo 23:15). Alcuni credenti pensano di poter adorare anche se non danno, per esempio, la decima e cercano di scroccare perfino nel regno di Dio dimenticando che “gli scrocconi spirituali” non potranno mai sperimentare le gioie del vero adoratore….
L’adoratore può essere profondamente commosso
Ma torniamo alla donna che alla presenza di Gesù piangeva e manifestava un cuore profondamente commosso davanti al suo Signore, un cuore ravveduto, sottomesso e sincero. Questa non è una commedia! Oggi le attrici di Hollywood riescono a piangere facilmente e senza emozioni, però le lacrime di questa donna erano proprio genuine.
Personalmente devo confessare che sono poche le volte che riesco a commuovermi davanti a Dio perché come uomo mi è difficile piangere e ciò mi preoccupa. Gli dico: “Signore, il mio cuore è troppo duro davanti a Te? Desidero aver un cuore rotto e tenero nella Tua presenza!” I momenti d’adorazione più significativi per me sono quelli in cui piango davanti al Signore perché la contrizione e il pianto sono veramente elementi chiave nell’adorazione….
L’adoratore può essere criticato
Un altro aspetto dell’adorazione si comprende nel pensiero dispregiativo di Simone: “‘Costui se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice'” (Luca 6:39).
L’adoratore riceverà senz’altro la critica di alcuni e l’approvazione di altri. Quando per esempio, Davide, vestito di un efod di lino, accompagnava l’arca del patto a Sion e danzava con forza davanti al Signore, Mical (sua moglie) gli andò incontro e disse: “‘Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele a scoprisi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi come si scoprirebbe un uomo da nulla!'” (II Samuele 6:20). A motivo di questa sua critica Mical fu sterile fino al giorno della sua morte. Così stiamo attenti e non critichiamo gli atti genuini d’adorazione perché rischiamo la sterilità spirituale.
Nella chiesa di oggi l’adorazione è spesso argomento di controversia tanto che alcune comunità si sono addirittura, divise a causa delle questioni intorno ad essa. La vera adorazione suscita la critica degli sterili spirituali ma gli adoratori autentici sono pronti a pagarne il prezzo!
L’adoratore può essere libero da senso di colpa
Le ultime parole di Gesù: “I tuoi peccati sono perdonati” contengono una lezione meravigliosa; la donna ha prima adorato e poi ha ricevuto perdono e purificazione. Ecco il punto: anche se c’è il peccato nella nostra vita, è possibile avvicinarci a Dio in adorazione per poi trovare purificazione. Troppe volte comunque, permettiamo a un sentimento di colpa di rubarci questa benedizione e lottiamo con la condanna. Siamo così esperti ell’autocondanna che se non abbiamo un motivo per sentirci colpevoli ne inventiamo subito un altro! Il comandamento di Gesù: “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5:48), sembra impossibile da raggiungere.
È veramente possibile essere liberati dai lacci della colpa e della condanna e adorare il Signore in libertà e santità!
Non c’è niente che possa indebolire così fortemente la nostra testimonianza come la condanna e il senso di colpa. Infatti, questa è una delle principali ragioni per cui molti degli eletti di Dio rimangono lontani dal vivere vittoriosamente la vita cristiana. Eppure è veramente possibile essere liberati dai lacci della colpa e della condanna e adorare il Signore in libertà e santità!
Romani 8:1 risuona con forza e chiarezza: “Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” – punto e basta….
Ci fu un periodo della mia vita in cui lottavo con un peccato specifico e ricorrente che avevo difficoltà a sconfiggere. Quanta colpa sentivo ogni volta che cercavo di adorare! Non riuscivo a trovare libertà nel mio spirito perché mi sentivo un fallimento davanti a Dio. Mi sono allontanato dal Signore pensando addirittura, che Egli non volesse avere comunione con un Suo figlio dominato dal peccato e per anni la colpa e la condanna mi hanno impedito di godere le benedizioni della comunione costante con mio Padre!
Ho imparato che non devo permettere al peccato di bloccare l’intima comunione con Dio. Il peccato nella nostra vita non sorprende affatto Dio ed Egli non ci condanna e non ci respinge neanche quando pecchiamo. Dio ci convince di peccato ma non ci condanna mai…. Ecco l’affermazione di Gesù alla donna colta in adulterio, dopo che i suoi accusatori se ne erano andati uno dopo l’altro: “Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più” (Giovanni 8:11).
Il senso di colpa e la condanna sono gli impedimenti più grandi nei culti d’adorazione e da troppo tempo viene suggerita la soluzione sbagliata! Ci dicono: “Prima dovete ravvedervi davanti al Signore, ricevere il Suo perdono e poi venire all’adorazione. Non venite davanti a Dio senza la purificazione”. Dio non ci ha mai detto così: questa è la soluzione umana…. Gesù perdonò questa donna peccatrice dopo che lei aveva adorato il Signore in un modo bellissimo ed eloquente. Ecco il giusto ordine: prima adorò e poi fu perdonata…!
L’unica occasione in cui non è appropriato adorare Dio con il peccato nella propria vita, è quando non si ha l’intenzione di cambiare….
Spesso accade che nel momento in cui ci troviamo nel dolore della colpa e della condanna, ci allontaniamo e ci nascondiamo dalla fonte di guarigione e perdono. La condanna ci porta via dall’unico balsamo che potrebbe risanare la nostra anima!
Atteggiamenti che impediscono l’adorazione
Un senso di colpa
Oltre alla condanna e al senso di colpa [vedete sopra], rimangono molte altre insidie e impedimenti per l’adorazione. Il deterrente principale dell’adorazione si trova negli atteggiamenti sbagliati della mente e del cuore.
L’orgoglio
L’orgoglio è senza dubbio l’ostacolo più grande all’adorazione ed è ciò che ha rovinato più culti che tutte le forze dell’inferno insieme…. Ricordiamoci che l’essenza dell’adorazione è la sottomissione e l’umiltà, infatti, adorare significa abbassare noi stessi e innalzare Dio. Eppure abbiamo sviluppato la capacità straordinaria di adorare Dio senza sacrificare la nostra compostezza….
L’orgoglio è molto sensibile ai giudizi altrui nell’adorazione e proprio nel momento in cui il Signore dovrebbe prendere il primo posto, ci preoccupiamo più dell’opinione degli uomini che di quella di Dio….
È importante che si partecipi all’adorazione specialmente quando non ci si sente di farlo perché se lasciamo che i nostri sentimenti controllino l’adorazione, non otterremo mai la vittoria nel nostro cammino cristiano. Noi non adoriamo perché ci sentiamo di farlo, ma perché Gesù Cristo n’è degno!
La presunzione
Un altro atteggiamento sbagliato nell’adorazione è quello della presunzione. In modo frivolo e leggero arriviamo al culto d’adorazione dicendo: “Ciao, Dio, è buono stare di nuovo con Te questa settimana”. Vantiamo il diritto di avvicinarci a Lui anche se abbiamo vissuto egoisticamente tutta la settimana e pretendiamo la grazia di Dio aspettando che lo Spirito Suo ci benedica copiosamente senza nessun sacrificio, senza nessun impegno nella preghiera e senza nessun pentimento da parte nostra.
“Lo spettatorismo”
Un altro male che può affliggere l’adorazione è “lo spettatorismo”. È facile che siamo così tanto trascinati nell’osservare tutto ciò che succede nel culto che non adoriamo affatto! L’Apostolo Paolo, nelle sue epistole, non ha mai menzionato il “ministero dello spettatore”, ma siamo stati tutti chiamati a partecipare attivamente….
Il sentimentalismo
Anche, il sentimentalismo può ostacolare l’adorazione: quello che nasce quando la musica ci appassiona più del messaggio dei canti. I canti più familiari possono diventare sentimentali per noi e perdono la capacità di stimolare la nostra mente verso l’adorazione. Chi guida la lode deve considerare la potente influenza che la musica ha sulle emozioni e deve scegliere canti che non diano solo una risposta a livello emotivo ma che tocchino tutto il nostro essere: corpo, anima e spirito.
Dio sa bene che siamo catturati facilmente da una bellissima melodia ma facciamo poca attenzione alle parole e, perciò, ogni tanto mentre lodiamo, dovremmo chiederci se stiamo trascurando il messaggio del canto che può trasformarci….
L’ipocrisia
Un altro atteggiamento sbagliato nell’adorazione è fingere la devozione, cioè pronunciare le parole di un canto sapendo che il nostro cuore non partecipa al messaggio.
Nulla è più ripugnante per il Signore dell’indifferenza e dell’ipocrisia. Durante un’epoca della storia d’Israele, il popolo faceva sacrifici agli dèi pagani e poi andava ad offrire anche dei sacrifici a Dio. Notate ciò che Dio disse tramite il profeta Amos: “Io odio, disprezzo le vostre feste, non prendo piacere nelle vostre assemblee solenni. Se mi offrite i vostri olocausti e le vostre offerte, io non le gradisco; e non tengo conto delle bestie grasse che mi offrite in sacrifici di riconoscenza.
Allontana da me il rumore dei tuoi canti! Non voglio più sentire il suono delle tue cetre!” (Amos 5:21-23). Dio preferisce vederci con la bocca chiusa piuttosto che sentire la nostra adorazione priva di sincerità.
La paura della manipolazione
Un altro atteggiamento pericoloso è la paura della manipolazione. C’è chi dice: “Non permetto che questo worship leader mi spinga.
Voglio vedere proprio se riesce a farmi rispondere alla sua guida!” È irrilevante vedere se l’approccio di chi guida l’adorazione sia appropriato o meno, infatti, spesso il vero problema è il rifiuto di adorare solo perché il modo in cui guida quella persona ci irrita. Dio rimane degno dell’adorazione nonostante i limiti dei conduttori.
La paura di provare nuove cose
Un ultimo atteggiamento che bisogna cambiare, è quello nascosto nelle ultime parole d’una chiesa morente: “Noi non abbiamo mai fatto così”. Proprio per questo motivo dobbiamo farlo! Sicuramente l’adorazione andrà migliorando se ci sforziamo di provare delle cose nuove e se siamo disposti a scoprire tutto ciò che Dio vuole insegnarci riguardo ad essa.
Diventare un adoratore è un privilegio e una sfida ma è, soprattutto, ciò che diletta il cuore di Dio più di ogni altra cosa.