“I missionari di tutti i giorni: Strategia di Dio per l’evangelizzazione”

Quest’articolo, tratto dal libro Going Public with your Faith (Rendere pubblica la tua fede, Zondervan, 2003) di Bill Peel, è stato pubblicato da www.pastors.com (in inglese) e usato con permesso.

Evangelista
“Ti ho mai parlato della gioia che ho trovato in Gesù?”

La natura strategica del posto di lavoro nel piano divino non è un’idea nuova. La stragrande maggioranza degli evangelisti nella chiesa del primo secolo non furono predicatori, insegnanti o grandi disquisitori. Furono, invece, le migliaia di persone senza nome che manifestarono Gesù nel loro lavoro quotidiano.

Grazie al fatto che uomini e donne ordinari condivisero il Vangelo con colleghi e clienti, la chiesa primitiva crebbe da poche centinai a più di mezzo milione di fedeli in meno di sette decenni. Un tasso di crescita di più del 1.000 per cento!

Ora, facciamo un salto in avanti fino al presente ed immaginiamo ciò che succederebbe se le persone tranquillamente sedute a scaldare le sedie delle nostre congregazioni facessero come le loro controparti del primo secolo…. Chissà le cose straordinarie che Dio potrebbe fare se gli uomini e le donne nelle nostre chiese diventassero seri circa la loro chiamata spirituale e il loro territorio evangelistico dal lunedì al venerdì o al sabato.

In quale modo le nostre chiese possono equipaggiare gli uomini e le donne a portare la loro fede al lavoro? Ecco di seguito tre modi in cui possiamo lanciare le nostre greggi nel ministero a tempo pieno come ambasciatori di Dio nei loro posti di lavoro:

1. Aiuta loro a capire che l’evangelizzazione non è un evento; è un processo.

Il viaggio nella fede avviene mentre una persona prende decisioni apparentemente insignificanti che portano alla grande decisione di affidare la propria vita a Gesù. Più a lungo una persona vive, più barriere emotive, intellettuali e volitive si sviluppano ed induriscono il suo cuore.

L’intenzione di Dio è di usare degli ordinari fedeli di Gesù per erodere lentamente le barriere nei cuori delle donne e degli uomini con cui lavorano – preparandoli ad accettare il dono di Dio della salvezza. Il processo di erosione ha luogo nel tempo attraverso relazioni, conversazioni significative e una presentazione della verità che provochi una riflessione.

Per i credenti che adorano “chiudere l’affare”, questi preliminari possono sembrare come un grandioso spreco di tempo. Però, non è così. Non è una coincidenza che la Bibbia usi metafore agricole per l’evangelizzazione. Come sa qualsiasi buon contadino, cogliendo i frutti ancora acerbi si rovina il raccolto. Un duro lavoro – pulire il terreno, coltivare la terra, seminare, annaffiare e fertilizzare – precede sempre la gioia della mietitura.

Crescere

In modo molto simile, le barriere del cuore devono essere riconosciute, affrontate e vinte prima che una persona arrivi alla fede. Nella maggiore parte dei casi, tutto ciò richiede del tempo.

2. Insegna alle persone a studiare come Dio sia già all’opera affinché possano unirsi a Lui.

L’evangelizzazione è l’arte di costringere un riluttante sconosciuto ad una conversione spirituale? Se questo è il significato di “Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo” (Marco 16:15), non dovrebbe sorprenderci quando i credenti non vogliono frequentare corsi sull’evangelizzazione!

Conversazione

Pochi credenti aspirano ad essere telemarketer o venditori aggressivi del Regno di Dio. Pietro ci ricorda che è nostro compito di rispondere alle domande ma non di esigere le domande. “Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni” (1 Pietro 3:15).

È incredibilmente liberatorio capire che Dio non ci chiede di metterli in un angolo e farli convertire. Egli vuole che siamo attenti a come Egli stesso stia già preparando il terreno nel cuore di una persona e che siamo pronti a unirci a Lui a quel punto.

L’indicazione più ovvia che Dio sia all’opera è la domanda o la manifestazione d’interesse da parte dell’individuo su un argomento spirituale. Commenti sul suo passato, sui suoi bisogni attuali e sulle sue esperienze religiose possono anche indicare un’apertura spirituale.

3. Aiuta il tuo gregge a vedere che essere un testimone efficace dipende tanto da ciò che fanno quanto da ciò che dicono.

Ci sono tanti credenti sinceri ed impegnati che credono che diventare una persona di influenza spirituale sul posto di lavoro è oltre la loro portata. Hanno accettato l’errata teoria che condividere il Vangelo richiede una personalità carismatica, risposte approfondite a difficili questioni teologiche e la capacità di argomentare persuasivamente l’apologetica della fede. Questo è decisamente falso.

Donna sorridente

Anche se noi tutti dovremmo essere capaci di articolare il messaggio del Vangelo, abbiamo complicato troppo l’evangelizzazione. Essere un partecipante attivo nella strategia di Dio per condurre le persone a Se stesso può avere inizio con il semplice gesto di prendere un caffè con un collega di lavoro, ascoltare con compassione quando un cliente racconta la sua difficoltà o fare uno sforzo oltre il dovuto per aiutare il capo o un impiegato che è sotto una montagna di lavoro.

Semplici sforzi per servire gli altri nel percorso della vita quotidiana possono avere un impatto molto più profondo e positivo rispetto alle discussioni pre-programmate.

Avere un impatto sulla vita di un altro ha più a che fare con l’essere una persona premurosa piuttosto che usare complesse parole teologiche e strategie memorizzate. Piccoli atti di gentilezza sono un modo in cui anche il testimone più riluttante può coltivare la terra e unirsi a Dio nel processo dell’evangelizzazione.

Essere una persona che produce influenza spirituale è la chiamata per ogni Cristiano. Se prendiamo sul serio questo compito e agiamo coraggiosamente, chi sa quale frutto potrebbe produrre il nostro gregge nel suo territorio dal lunedì al venerdì? Un’innumerevole folla che viene al Cristo? Crescita del 1.000% nelle nostre chiese?

Banchi di chiesa traboccanti potrebbe essere il nostro prossimo problema, se la fede va al lavoro.


Guidare altri nel cammino spirituale