Quest’articolo estratto dal libro “La crescita della chiesa” di Fares Marzone dell’IBEI. Appare qui per gentile concessione di I.B.E. Edizioni.

Leggendo il libro degli Atti è chiarissimo che l’apostolo Paola aveva una strategia. Ha scelto a caso le città in cui ha fondato le chiese? Era contento con la fondazione di una sola chiesa locale in ogni zona o aveva una visione più ampia? Fares Marzone, nel suo libro pratico sulla fondazione di chiese, ci spiega la strategia dell’apostolo Paolo che dovrebbe istruirci nella fondazione delle chiese locali oggigiorno.

Dove fondare la chiesa

Marzone scrive, “R. Allen nota che l’apostolo ha fondato chiese in zone situate ai confini dell’Impero romano (Missionary Methods: St. Paul’s or Ours?, p. 12). Queste città erano centri di amministrazione, centri di cultura ellenistica, centri di influenza giudaica, centri con qualche importanza commerciale…. Inoltre, quando Paolo sceglieva una città sotto la guida dello Spirito Santo, pensava alle prospettive che essa poteva offrire sia dal punto di vista culturale e religioso sia dal punto di vista geografico. È interessante notare come tanto Luca quanto Paolo parlino costantemente delle province piuttosto che delle città”.

Il fratello Marzone continua, “Sempre Allen osserva che la strategia di Paolo nell’evangelizzare una provincia non era quella di predicare in tutte le località ma, piuttosto, quella di stabilire dei centri di vita cristiana in due o tre località importanti dalle quali il vangelo potesse poi espandersi nella zona circostante (Missionary Methods: St. Paul’s or Ours?, p. 12). Non basta che una chiesa sia fondata in un luogo strategico; è anche necessario che le persone di quel luogo, dopo aver accettato il vangelo, se ne approprino in modo tale da essere poi in grado di propagarlo. Nella storia cristiana è successo tante volte che sia stata fondata una chiesa in una città importante senza che la zona circostante ne venisse influenzata, perché le persone che avevano ricevuto il vangelo non avevano capito in che modo propagarlo né che esso era affidato loro per quello scopo”.

Come fondare la chiesa

Ovviamente, dopo aver preso la decisione di ‘dove’ fondare la chiesa, dobbiamo cominciare ad osservare come la strategia dell’apostolo Paolo influisce anche sul ‘come’ fondare la chiesa. Anche su questo tema troviamo utili le parole di Marzone, “Sempre a proposito di strategia, Hesselgrave, che è un missiologo noto a livello mondiale, studiando la strategia dell’apostolo Paolo, ha coniato l’espressione ‘ciclo paolino’. Secondo Hesselgrave, la strategia dell’apostolo era la seguente:

1. mandare i missionari (At 13:1-4; 15:39,40);

2. contattare l’uditorio (At 13:14-16; 14:1; 16:13-15);

3. proclamare il vangelo (At 13:17 e segg.; 16:31);

4. conversione degli ascoltatori (At 13:48; 16:14,15);

5. radunarsi con i credenti, spesso nelle case con nuclei familiari (At 16:15, 34);

6. confermare la fede dei credenti (At 14:21,22; 15:41);

7. eleggere gli anziani (At 14:23);

8. raccomandare i fratelli (At 14:23; 16:40);

9. mantenere i contatti con le chiese nate dalla sua predicazione durante i vari viaggi (At 15:36; 18:23);

10. convocare le chiese mandanti (At 14:26,27; 15:1-4).

[Tradotto, adattato e ampliato da Hesselgrave, Planting Churches Cross-Culturally, p. 26]”.

Nel “ciclo paolino”, spiega lo scrittore, “una cosa balza subito agli occhi: l’attività’ di Paolo non terminava con l’evangelizzazione. E, forse, uno dei motivi per cui tante volte in Italia abbiamo raccolto poco è proprio questo. La semina è stata notevole, il dispendio di energie altrettanto, ma poi non c’è stato tutto il resto. Così, molto del lavoro fatto è andato perso e, talvolta, è stato preda di sette”.

A quale punto finisce l’opera?

Riteniamo che la fondazione di una sola chiesa non è mai “la fine” dell’opera. Invece, come è stato menzionato sopra, i credenti nella nuova chiesa devono avere la visione di raggiungere tutta la zona in cui si trovano attraverso la fondazione di altre chiese e devono avere l’addestramento per poterlo fare. Per loro, la fondazione della loro chiesa non può essere sufficiente. Il lavoro continua dopo il successo iniziale.

Tuttavia, qual era la strategia dell’apostolo Paolo per il suo ministero? Secondo La crescita della chiesa, si nota che “Paolo e i suoi collaboratori, cioè la squadra, anche mentre si muovevano nelle varie fasi verso la fine del ciclo in una località, erano coinvolti in nuovi inizi altrove”. Marzone afferma, citando R. Cook, che Paolo “lavorò in modo ordinato da Gerusalemme fino all’Illiria (Ro 15:19), lungo le coste adriatiche del Mediterraneo. La squadra rimaneva per mesi in una provincia o in una zona (1 Co 16:5-8), ma una volta che il vangelo era stabilito (e non soltanto predicato! vd. At 14:21-23; 19:8-10) e che le chiese erano fondate, Paolo constatava che non c’era ‘più campo d’azione’ in quelle regioni (Ro 15:23)”.

Crescita continua

L’apostolo Paolo non si accontentava con la fondazione di una sola chiesa. Egli, invece, cercava di fondare una chiesa capace di raggiungere tutta la zona interna e poi si spostava per ripetere l’opera strategica nel fondare un’altra chiesa in una zona scoperta.


Domande per la riflessione:

1. Trasmetti la visione ai credenti nell’opera di fare espandere il Vangelo in tutta la provincia e non essere soddisfatti con la fondazione di una sola chiesa?

2. Addestri i credenti nella propagazione del Vangelo verso la fondazione di questa chiesa ed anche chiese future?