Quest’articolo è stato scritto da Chris Castaldo. Dopo anni come pastore, Castaldo ora serve come direttore del Ministry of Gospel Renewal (Il ministero del risveglio col Vangelo) per il Centro Billy Graham in Wheaton, Illinois, Usa. Castaldo mantiene il sito www.chriscastaldo.com e ha scritto il libro Holy Ground: Walking with Jesus as a Former Catholic (Suolo Sacro: Camminare con Gesù come un ex-cattolico).
Ti metti seduto per il cenone di Natale insieme a tutta la tua famiglia. Nonno Filippo comanda l’attenzione di tutti e recita la preghiera a Maria, la vergine. Cominci a chiederti se questa nuova enfasi è dovuta a quella conversazione disastrosa dell’anno precedente in cui ti sei scagliato contro quello che tu hai descritto come “un riguardo anti-biblico e estremista per i santi.”
Ormai ti sei trovato ancora una volta alle feste con la famiglia in cui la discussione religiosa creerà una combustione sociale capace di fare saltare il tetto della casa.
O mettiamo che la tua famiglia è ebraica. La vostra conversazione si dirige sulle profezie di Isaia, e tu accenni al fatto che queste profezie erano adempiute in Gesù il Messia. L’impatto della tua interpretazione fra i tuoi parenti è simile ad una bomba a mano che scoppia in una fogna – piuttosto rumorosa e pasticciona.
In entrambi i casi, ormai ti sei trovato ancora una volta alle feste con la famiglia in cui la discussione religiosa creerà una combustione sociale capace di fare saltare il tetto della casa.
Quest’anno, mentre ci avviciniamo agli incontri familiari, abbiamo l’opportunità di farlo con la saggezza e con la grazia di Cristo. Siamo dedicati al Vangelo ed abbiamo un impegno d’affetto verso questi nostri cari. Sappiamo benissimo che la parola della croce è follia ai perduti, ma nonostante ciò siamo chiamati a comportarci in maniera attraente e che dimostri grazia. O, come disse Paolo, “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale” (Colossesi 4:6). Ecco quattro suggerimenti pratici per assisterti nel condire le tue conversazioni natalizie con sale:
1. Capire grazia e verità
Gesù incarnava grazia e verità con un equilibrio perfetto (Giovanni 1:14), e noi dovremmo seguire le Sue orme. Le nostre personalità tendono spesso a portarci verso uno dei poli, verso la grazia o verso la verità. Alcuni di noi assomigliano naturalmente a degli agnelli; altri sono più simili ai pit bull….
Uno dei motivi perché i credenti falliscono nel processo di bilanciare grazia e verità è che siamo troppo sicuri di noi stessi e che manchiamo di rispetto per l’altra persona. Nel suo libro, Humble Apologetics (L’apologetica umile), l’autore John Stackhouse spiega quest’idea:
Per renderla chiara, dovremmo parlare come se veramente rispettassimo l’intelligenza, interesse spirituali e integrità morale degli altri. Dovremmo comportarci come se vedessimo l’immagine di Dio in loro…. Siamo umili nel nostro parlare perché non siamo profeti ispirati con infallibilità da Dio, e tanto meno Colui che poteva “parlare con autorità” come nessun altro può mai parlare. Noi siamo semplicemente dei messaggeri di Colui: messaggeri che fanno il loro meglio ma che a volte dimenticano un certo pezzo del messaggio o che non hanno veramente mai capito quel pezzo; messaggeri che non si comportano mai perfettamente in linea con la loro stessa buona novella; messaggeri che riconoscono le ambiguità del mondo che rendono il loro messaggio più difficile da credere; e quindi messaggeri che possono simpatizzare con i loro amici che non sono ancora pronti a credere tutto ciò che gli stanno raccontando.
Essere umili non significa che abbiamo compromesso le nostre convinzioni di ciò che costituisce la verità esattamente come essere mite non significa essere privo di potere. Gesù era onnipotente eppure “umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:8). È solo quando abbiamo una convinzione informata, avendo passato del tempo ad ascoltare, imparare, e riflettere, che siamo in possesso del coraggio necessario per relazionarci con altri in modo vulnerabile e umile. Quando, invece, andiamo all’attacco con chi non va d’accordo con noi, dimostriamo la nostra insicurezza. Ancora una volta, Gesù è da esempio per noi. “Pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò se stesso, prendendo forma di servo” (Filippesi 2:6-7). Questo, sì, è la via cristiana.
2. Essere consci della nostra posizione familiare
La zia Luisa che cambiava il tuo pannolino quando eri neonato probabilmente non sarà immediatamente bendisposta ad imparare da te di Dio.
La comunicazione in famiglia è particolarmente difficile. Fu una sfida anche per Gesù! Il Signore dice in Matteo 13:57, “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua”. Nel contesto, Gesù fa riferimento alla gente con cui fu cresciuto, inclusa la famiglia, che avevano difficoltà nel ricevere il Suo messaggio. Questo dimostra un detto (americano): “l’eccessiva familiarità fa perdere il rispetto”.
Ti aiuta se capisci la posizione che hai nella famiglia. La zia Luisa che cambiava il tuo pannolino quando eri neonato probabilmente non sarà immediatamente bendisposta ad imparare da te di Dio. Anche se ormai ti sei laureato in lettere, hai un diploma da una scuola biblica e servi come leader in una chiesa evangelica da più di 20 anni, ad un certo livello lei ti vede ancora come quel bambino che sbavava su di sé. Dobbiamo identificare questi ostacoli relazionali e chiedere la saggezza di Dio su come affrontarli.
3. Regola la tua intensità emotiva
Quando parliamo della fede con parenti, la nostra conversazione tende ad essere così emotiva che è praticamente destinata a fallire già in partenza. Questo è particolarmente vero laddove c’è stato un passato di disaccordi su questi argomenti. Questo è dovuto in parte al fatto che la fede evangelica, la quale è spesso basata su delle affermazioni dottrinali, si differenzia dal punto di vista di altre religioni che tendono a sussistere in una cultura completa che include la storia personale, la storia familiare e la storia etnica dell’individuo. Siccome questi impegni corrono a fondo nell’identità della persona, i temi di credenze personali simultaneamente toccano anche la cultura più ampia nella quale questi temi sono intrecciati. La potenzialità per un’esplosione emotiva in questo scenario non può essere sottovalutata.
4. Fai sì che il tema principale rimanga il tema principale
Quando parliamo con la famiglia del Vangelo, affrontiamo una miriade di piste potenzialmente false. Magari iniziamo un discorso su come Gesù provvede per noi con una vita abbondante e di colpo ci troviamo invischiati in un dibattito sulle Crociate, sulla storicità dell’Esodo, o sulla dottrina della venerazione dell’Eucaristia. A volte è appropriato affrontare questi argomenti, ma troppo spesso lo facciamo a spese del Vangelo stesso. Quando ciò accade, non è solo un piccolo sbaglio bensì una tragedia. Che vantaggio c’è nello spiegare tutti gli enigmi teologici del mondo senza concentrarci sulla morte e sulla risurrezione di Gesù? Suggerisco che è proprio questo “il tema principale”. Bisogna a tutti i costi dare testimonianza dello splendore e della maestà del nostro Salvatore, Colui che è morto, che è risorto e che ora vive!
Che Dio benedica grandemente te e la tua famiglia in questa stagione mentre rifletti, celebri e dai testimonianza della bellezza di Gesù Cristo!