Predicazione

Organizza il tuo schema per avere il massimo effetto

Quest’articolo è stato scritto da Rick Warren per il sito www.pastors.com (in inglese) e tradotto da Andrea Thomas per la sua mailing list chiamata “Sapere per Fare“. Usato ed adattato con permesso.

Dopo trent’anni di predicazioni, oggi la penso così: se i punti principali del tuo schemino di sermone non sono delle applicazioni al testo, allora non ti serve uno schemino.

Con questo voglio dire che fin troppi sermoni oggi sono solo una sfilza di sottotitoli che descrivono un testo, con una piccola applicazione buttata lì alla fine.

Schemino della predica

Ora, la gente probabilmente si ricorderà solo i punti principali che direte, un po’ come i titoli nelle pagine di un giornale; se i vostri punti non spiegano in che modo la Bibbia può avere un senso nella loro vita, allora è poco probabile che qualche vita sarà trasformata.

Allora, come si prepara una scaletta, uno schema per ottenere il massimo effetto dal vostro messaggio?

1. Che sia semplice

Riducete il vostro schemino a pochi punti chiave. Date un messaggio chiaro ed evitate di iniziare tutte le parole con la stessa lettera: non sono le frasi carine che cambiano la vita delle persone.

Una volta ho letto un sermone, scritto da un Maestro della predicazione espositiva, che aveva questi punti:

1. Il Cristo Compunto dalla Crudele Croce del Calvario;

2. Il Cristo Crocifisso sulla Crudele Croce del Calvario;

3. Il Cristo Coronato nella Crudele Croce del Calvario.

Mi è sembrato chiaro che questo predicatore stava semplicemente esagerando per apparire bravo! È più importante essere semplici piuttosto che sfiziosi perché ci sono delle vite in gioco per l’eternità.

2. Che arrivi velocemente al sodo

Le prediche classiche di un secolo fa erano lunghe e complesse. I messaggi dei Puritani, ad esempio, potevano avere fino a 57 punti complicati con lunghe introduzioni.

Oggi, le nostre congregazioni sono diverse; dubito che avrete molti Puritani all’ascolto!
Nel mondo di oggi, la gente vuole che venga al sodo, e che lo faccia subito. È stata condizionata ad apprendere notizie come le pallottole – Bum! Bum! Bum! Bum! Bum! Forse non vi piacerà, ma è questa gente che siete stati chiamati ad aiutare e insegnare.

3. Elencate i vostri punti usando frasi complete

PredicatoreI vostri punti dovrebbero essere talmente chiari che le persone dovrebbero poter capire il messaggio anche senza ascoltare il resto del vostro discorso. Dovrebbero poter guardare i vostri appunti o schemini e dire: “Però, questo è utile!” Molte volte i nostri appunti per il sermone non dicono proprio niente.

Ecco una serie di appunti, su Luca 18:1-8, che ho trovato in un libro sulla predicazione:

  • Osserva l’impotente;
  • Osserva chi lo aiuta;
  • Osserva l’appello;
  • Osserva l’incoraggiamento.

Ma cos’è che mi dice questo schema? Da solo, nulla.

Per ogni punto, dovresti porti la domanda:

  • “Vale la pena ricordarmelo?”
  • “Mi aiuta?”
  • “Vale la pena che me lo scrivo?”
  • “Questi punti sarebbero utili per parlare col mio vicino di casa?”

Di solito vedrete che la risposta a queste domande sarà “NO” se non prendete l’abitudine di scrivere i vostri punti principali con frasi complete.

4. Assicuratevi che i vostri punti abbiano unità ed equilibrio

Senza unità, tanti messaggi rimbalzano da un punto a un altro, sono parole senza uno scopo, si aggirano come questo tema di scuola elementare sui maiali:

“Maiali. Il maiale è un animale strano, però è utile. Al mio cane non piacciono i maiali. Il mio cane si chiama Nerone. Un giorno il mio maestro ci ha letto una storia di un uomo cattivo che si chiamava Nerone. Mio padre invece è buono. Gli uomini buoni sono utili, sono diversi dalle donne; la mia mamma non somiglia al mio papà, lei dice che quando il sole è offuscato vuol dire che sta venendo una tempesta. E questo è tutto quello che so sui maiali.”

Purtroppo molti sermoni sono giri di parole simili a questo – io li chiamo sermoncini maialini.

5. Accertatevi che i vostri punti seguano un ordine chiaro e logico

Un ottimo sermone avrà sia unità che movimento. Non basta avere unità con tutti i punti ben allineati; una bella predica avrà anche movimento. I punti diventano sempre più chiari finché arrivi al dunque!

Porti la gente dal punto A al punto B, al punto C, al punto D, e poi: “Chiniamo il capo in preghiera perché stiamo per impegnarci a cambiarci!” Ecco il movimento!

La regola più semplice del movimento in un sermone è la seguente: Dì loro il perché e mostra loro il come. Penso che circa la metà dei miei messaggi sia organizzata così.

Ecco un altro schema con movimento:

  • Presenta una necessità;
  • Dai un esempio personale;
  • Proponi un piano;
  • Offri speranza;
  • Richiedi un impegno;
  • Aspettati dei risultati.

6. Organizza i tuoi punti per arrivare a un impegno

La preparazione di una predica richiede che tu senta l’impatto emotivo di ogni punto principale. Devi andare oltre la semplice comprensione intellettuale di un punto; devi cercare di capire come si potranno sentire i tuoi ascoltatori quando glielo dirai. Devi mettere le tue emozioni più viscerali nella conclusione del messaggio.

La potenza di un sermone è condizionata da un paio di cose: contenuto ed emozioni. Devi tenere il punto che comunica le emozioni più forti per la fine, e non consumare tutta la tua benzina nelle prime parole.

7. Organizza i punti per creare tensione e scaricarla

TelevisioneOgni bravo comunicatore sa che in un messaggio ci saranno montagne e vallate. Ogni sermone deve avere degli alti e bassi di emotività, non si può tenere la gente appesa alle vostre labbra tutto il tempo. Se create sempre tensione, tensione, tensione, allora verso la fine la gente sarà così tesa che non saprà reagire, sarà immobilizzata.

Come si fa ad accumulare tensione e scaricarla? Un modo è facendo sorridere le persone; un sano umorismo scarica la tensione. Anche dei buoni esempi o storie personali creano un intervallo emotivo. Cento anni fa i predicatori non avevano bisogno di usare storielle o esempi, ma la televisione ci ha condizionati a pensare in moduli.

Dieci minuti di racconto, poi l’intervallo della pubblicità; è un po’ così:

  • racconto con la tensione che aumenta, pubblicità,
  • racconto con la tensione che aumenta, pubblicità,
  • racconto con la tensione che aumenta, pubblicità,
  • racconto con la tensione che aumenta, risoluzione della
    tensione, pubblicità.

Può darsi che non vi piaccia, ma è il modo di pensare della gente delle nostre chiese, condizionata così da quarant’anni di TV, e non cambia radicalmente il primo giorno che entra in chiesa.

Tu e io siamo i portatori del messaggio più importante che il mondo potrà mai sentire, ed è proprio per questo che è così importante non sprecare le occasioni con una presentazione confusa o mal strutturata.

Non dobbiamo aggiornare la Bibbia – è già il libro più aggiornato che ci sia – però dobbiamo impegnarci a farne capire la validità ed attualità nelle nostre congregazioni.