Discepolato nella chiesa

Perché preghiamo per le chiese perseguitate?

Quest’articolo è stato scritto dal Fratello Andrea per il sito www.porteaperteitalia.org. E’ usato con permesso.

Recentemente ero in un villaggio cristiano che è stato completamente distrutto da una folla di musulmani, che ha lasciato 10 o forse 20.000 cristiani senza un tetto e con tutte le loro proprietà rovinate. Abbiamo avuto una grande riunione fra cristiani e musulmani subito dopo l’accaduto e abbiamo parlato di perdono e riconciliazione.

Perché? Perché la vita continua persino durante e dopo la persecuzione. Dobbiamo preoccuparci di quelle opportunità, non solo dei bisogni, non solo della crisi, ma anche delle opportunità e delle soluzioni che Dio offre a coloro che sono consacrati a Lui.

Nello stesso giorno ho ricevuto una telefonata dall’imam principale di quel paese. Mi ha detto: “Fratello Andrea, puoi venire a pregare con me? Sono molto malato”. Così mi ha accompagnato un pastore locale che era appena stato rilasciato dalla prigione, un uomo che aveva sofferto per via della sua fede e a causa dei musulmani locali. Insieme con altri membri della squadra di Porte Aperte siamo andati a trovare questo imam. Lì gli ho spiegato chi è Gesù e gli ho testimoniato la mia fede personale in Lui. Quindi ho cominciato a pregare per questo imam e ho poggiato le mie mani su di lui. Mentre pregavo ho sentito una mano sulla mia, era quella del pastore che era appena uscito dal carcere. Che perfetta illustrazione dell’insegnamento di Gesù: “Pregate per quelli che vi perseguitano”.

Bibbia

I cristiani hanno una risposta nelle situazioni in cui il mondo non sa dare risposte. Come seguaci di Cristo dobbiamo fare un passo coraggioso: dobbiamo rimuovere l’immagine del nemico che abbiamo di coloro che ci perseguitano. Fintanto che li vediamo come nemici di qualcuno, l’amore di Dio non può lavorare attraverso di noi per raggiungerli!

Dobbiamo pregare e persino amare coloro che ci odiano.

In realtà il modo con cui i cristiani si comportano verso gli altri è il più potente messaggio che possiamo condividere. Esso trascende di gran lunga le parole o i metodi che possiamo cercare di usare per avere un impatto sul mondo e per rispondere alla domanda provocatoria: “Chi è Dio?

I cristiani devono essere capaci di indicare il loro cuore e dire: “Dio è qui! Vive in me. Ed io sono pronto a morire per Lui e sono pronto a morire anche per te, perché questo è ciò che ha fatto per noi sulla croce del calvario”.

In questi tempi di conflitto nulla funzionerà fino a quando ogni cristiano non sarà pronto a dare la propria vita per gli altri. Io sfido i cristiani del mondo a pregare per i fratelli e le sorelle perseguitati, ad agire per loro e a vivere la vita di Gesù in questo mondo bisognoso intorno a noi.

Solo allora vedremo un radicale cambiamento nella vita della gente. Solo allora vedremo l’amore di Cristo sostituire l’odio di questo mondo.

Vostro,
Fratello Andrea