Difesa della fede

Non tutte le vie portano a Dio?

Quest’articolo estratto dal libricino “Perché credere alla Bibbia?” di John Blanchard. Appare qui per gentile concessione di Edizioni Passaggio.

BlanchardUn’argomentazione comune a chi rifiuta la Bibbia è che questa è solo uno fra i tanti “scritti sacri” e che tutti sono ugualmente validi. Eppure persino un ateo convinto come Bertrand Russell screditò questa idea: “Penso che le grandi religioni del mondo – buddismo, induismo, cristianesimo, islam e comunismo – siano tutte false e dannose. È evidente per una questione di logica che, essendo tutte in disaccordo, solo una può essere vera”.

L’ultima frase di Russell ha colpito nel segno, dato che le maggiori religioni del mondo non si definiscono per le loro somiglianze, bensì per le loro differenze. Ovviamente possono accordarsi sulla visione di certe questioni sociali e morali, ma sono ai poli opposti per quanto riguarda i fatti più importanti e, soprattutto, per quanto concerne la natura stessa di Dio.

Nell’insegnamento cristiano l’unico vero Dio esiste in tre persone ugualmente divine e la sua natura essenziale è l’amore, mentre il Dio dell’Islam è singolo e distante e quello dello sikhismo è remoto ed impersonale. Nell’induismo ci sono milioni di dèi; nello zoroastrianismo ce ne sono due, e nel buddismo non ce n’è alcuno. Come possono tutte queste religioni essere “percorsi diversi verso la stessa cima” (come affermano diverse persone) quando sono in disaccordo sulla natura stessa della cima?

Stop

Nel 1996 il principe Carlo d’Inghilterra annunciò che nell’eventualità di una sua successione al trono della Gran Bretagna, si sarebbe posto come “difensore della fede” piuttosto che come “difensore di una fede”, ma come rilevò Janet Daley del Daily Telegraph: “Non si possono difendere tutte le fedi, almeno non tutte nello stesso momento – perché ogni singolo credo dichiara la falsità degli altri”.