Questa pagina rappresenta un capitolo dal manuale sul “Carattere Spirituale” del “Corso Omega” una serie di manuali gratuiti per fondatori di chiese a cura di Michele Carlson. Scrivi a Michele per saperne di più.
La Parola di Dio ci insegna che noi tutti abbiamo un Creatore che vuole essere un Padre amorevole per noi (Matteo 6:26, 32). A causa della nostra tendenza alla ribellione, noi Lo abbiamo lasciato per vivere le nostre vite nel modo in cui volevamo. Questa decisione di allontanarci da Dio ha grandemente influito sui nostri pensieri e sul nostro comportamento. In molti casi ci conduce a pensare e ad agire come orfani.
Cristiani che pensano e agiscono come organi
Gli orfani si sentono soli, sono pieni di paura ed insicurezza, e sentono che devono prendersi cura di se stessi. Questo non suona simile alla tua stessa vita spirituale?
Consideriamo per primo in che modo noi pensiamo e agiamo come se fossimo orfani. Gli orfani in un orfanotrofio si sentono soli al mondo. Essi sono anche pieni di paura ed insicurezza. Senza un padre e una madre che si prenda cura di loro, sono pieni di richieste per i loro bisogni. Essi sentono che devono prendersi cura di se stessi. Questo non suona simile alla tua stessa vita spirituale?
Forse lo sentiamo di più quando la vita sembra che stia fallendo o qualcosa va storto. Come rispondiamo alle nostre difficoltà? Cosa pensiamo? Non diventiamo ansiosi e paurosi? Non pensiamo a volte che le cose vanno storte perché Dio, con tutti i Suoi impegni, si è dimenticato di noi? Cominciamo a preoccuparci o ci scoraggiamo e lasciamo andare. Molte volte, ci sentiamo grandemente incompresi e biasimiamo qualcuno per i nostri problemi. Ci consideriamo come “vittime”. In altre occasioni, ci sentiamo frustrati e prendiamo le situazioni nelle nostre mani attraverso controlli rigorosi…. In ognuna di queste reazioni mostriamo il nostro orgoglio o la nostra mancanza di fede in ciò che Dio ha rivelato di Se stesso e della Sua relazione con noi. Siamo diventati orfani spirituali….
[A volte] pensiamo che [Dio] sia arrabbiato con noi, che Egli sia distante, che stia solo aspettando di punirci. Ci sentiamo come se non fossimo mai stati veramente accettati e amati da Lui. La nostra visione di Dio è quella di un giudice rigoroso, indifferente. Il nostro rapporto con Lui sembra essere tenue e incerto, sulla base di quanto bene facciamo. Ma questa non è la relazione che dobbiamo avere con Dio descritta in Galati 4. Non smetteremo di pensare e di comportarci come orfani finché non crederemo alla descrizione di Dio della nostra relazione con Lui. Abbiamo bisogno di capire le basi di questa relazione e le implicazioni del nostro essere figli….
Il nostro rapporto padre-figlio con Dio
Paolo nel capitolo quattro spiega in dettaglio come siamo stati adottati da Dio e cosa realmente significhi il nostro rapporto filiare con Lui. Paolo usa la seguente pratica comune ai suoi propri giorni per darci un’immagine di questa relazione che noi ora abbiamo con Dio:
Abbiamo un padre amorevole che non ci abbandonerà. Egli ci ama!
Quando un figlio era giovane, anche se era certamente l’erede dei beni del padre, rimaneva sotto tutori e amministratori, che erano responsabili per l’educazione e gli affari del figlio. Durante questo periodo, il figlio non aveva alcun diritto di fare affari o prendere decisioni che potevano influire sui beni del padre. In un certo senso, egli non era diverso da uno schiavo. Ad un certo punto, che era stato determinato da ciascun padre, questa restrizione era rimossa, e l’eredità veniva consegnata al figlio affinché governi secondo il modello che aveva visto. In questo momento, l’erede era diventato un figlio adulto con il “privilegio”. Questo è il modo in cui siamo descritti nel nostro rapporto con Dio. Siamo adulti, figli privilegiati….
Possiamo vivere con coraggio e fiducia a motivo di chi è nostro Padre. Non c’è più nessun motivo per sentirsi insicuri e nessun motivo per dimostrare il nostro valore. Niente più paura di punizioni crudeli. Non più solitudine. Abbiamo un padre amorevole che non ci abbandonerà. Egli ci ama!
I modi in cui sbagliamo nel capire il rapporto filiale
Perché ci sentiamo tutti soli, pieni di paure, e di auto-commiserazione? È perché abbiamo banalizzato il Vangelo di Gesù Cristo e la sua rilevanza per la nostra vita….
La banalizzazione del Vangelo attraverso l’orgoglio
Il Vangelo è una buona notizia ma è anche una medicina forte che può essere difficile da prendere. Essa ci umilia, ci ricorda che siamo peccatori, che non ci si salva da soli. Anche come cristiani, spesso ci esaltiamo al di sopra degli altri. Pensiamo anche che davvero non abbiamo più bisogno dell’aiuto di Dio. Viviamo per la nostra gloria e per i nostri scopi egoistici. Viviamo per realizzare i nostri obiettivi, per esaltare noi stessi. Se alcune attività o persone non contribuiscono ai nostri piani, non vogliamo avere niente a che fare con esse o loro. La nostra indipendenza costringe il Signore a lasciarci da soli a lottare per noi stessi. Siamo diventati orfani a causa del nostro orgoglio….
Dobbiamo essere estremamente sinceri con Dio sul nostro peccato. Abbiamo ancora un grave problema con la nostra carne, e dobbiamo essere profondamente contriti sul problema della carne. Abbiamo bisogno di crescere nella nostra dipendenza dallo Spirito Santo affinché ci aiuti a superare una tale forza del male potente dentro di noi. La potenza dello Spirito può essere rilasciata solo se sentiamo il bisogno del Suo aiuto, ma l’orgoglio ci impedirà di sentire questo bisogno.
La banalizzazione del Vangelo attraverso l’incredulità
Un altro modo in cui noi banalizziamo il Vangelo è che smettiamo di credere alla promessa di Dio della grazia basata esclusivamente sulla morte di Gesù Cristo sulla croce. Per amore, molti di noi cercano di servire Dio e onorarlo. Falliamo e siamo devastati dal nostro fallimento. Ancora una volta, dobbiamo pentirci, questa volta per il nostro peccato di incredulità. Dobbiamo continuare a credere alla verità del Vangelo, che ci dice che è per grazia, e non per altro, che siamo stati resi figli di Dio.
Dobbiamo diventare molto più onesti circa il nostro peccato e smetterla di banalizzare il Vangelo, se vogliamo capire la vera natura dell’amore di Dio per noi e la ricca benedizione del nostro rapporto filiale con Lui. È così importante. In caso contrario, continueremo a sentirci soli, pensando che la vita ruoti solo attorno a noi. I nostri fallimenti continueranno a tormentarci, poiché il nostro senso di colpa si trasforma in condanna. Il nostro servizio per Dio, diventerà un obbligo servile il cui peso non si può sopportare. Diventeremo ingrati verso Dio e verso gli altri, indifferenti alla realtà che Gesù Cristo ha sofferto ed è morto per i nostri peccati, per farci figli privilegiati.
Domande per la riflessione
- Come puoi banalizzare il tuo peccato?
- Come puoi banalizzare il Vangelo?
- In quali modi ti comporti come un orfano spirituale?
- Dio condanna i Suoi figli come quelli che non Lo conoscono?
- Perché Dio ci ha dato il privilegio del rapporto filiale?
- Come può aiutarci la comprensione di questo rapporto ad essere onesti circa il nostro peccato?