Questo post è stato estratto dal capitolo 4 del libro “Uno in Cristo” di Pier Francesco Abortivi. Usato ed adattato con permesso dell’autore. Il libro è scaricabile in base ad una donazione libera presso il sito Progetto Archippo.
Il settarismo, chiaramente condannato dalla scrittura, non nasce mai per caso, ma è il frutto di decisioni sbagliate che privilegiano la separazione. Prende forma in nome di scopi nobili e giusti (la fedeltà alla Scrittura, l’amore per la Verità, la santificazione, la sottomissione all’autorità), ma nasconde ragioni nascoste tutt’altro che nobili: l’orgoglio, la paura dell’altro e del diverso, l’egoismo….
Esiste un filo sottile che divide una chiesa sana ed equilibrata da una chiesa settaria. Un filo che passa per alcuni elementi chiave:
- La detenzione della verità esclusiva o della sua interpretazione esclusiva da parte di una persona o di un ristretto gruppo di persone;
- Un’autorità centralizzata e indiscutibile (ancora si può trattare di un singolo capo carismatico o di un consiglio ristretto che non può in alcun modo essere messo in discussione, pena l’esclusione o la punizione morale);
- L’idea, più o meno esplicitata, di essere l’unico gruppo eletto e degno di rappresentare Dio in terra, quindi di essere migliori degli altri;
- Un forte accento sulla santità intesa come ubbidienza alle regole e legalismo (l’accento è sul fare più che sull’essere, per piacere a Dio, essere buoni cristiani ecc., in contrapposizione alla grazia gratuita di Dio);
- Un senso di pesantezza spirituale e controllo presente fra i membri (conseguenza diretta del legalismo e dell’autoritarismo);
- La manipolazione spirituale (per es. interpretare ogni evento negativo come punizione divina e ogni positivo come segno della sua grazia e usarli per spingere i membri a fare o ottenere ciò che si vuole – usare senso di colpa e vergogna per raggiungere scopi manipolatori);
- La paura del mondo, del diverso e di tutto ciò che è esterno al gruppo (viene demonizzata ogni informazione, conoscenza, persona o idea che non appartiene al gruppo, in contrapposizione a una sana, per quanto prudente, apertura);
- La paura reciproca fra membri e delle autorità (timore di essere spiati/denunciati, bassa comunione e condivisione);
- La paura di Dio (vengono evidenziate le sue caratteristiche di giustizia, santità, perfezione, vendetta, a discapito di grazia, amore, misericordia ecc.);
- La paura di satana (viene messo in rilievo il suo potere, il pericolo del peccato, di cadere, e non la possibilità, sempre presente, di rialzarsi ed essere perdonati);
- Un senso di competizione fra i membri anziché di collaborazione (per guadagnarsi il favore di Dio o dei leader, per risultare “più santi”);
- Un utilizzo di un linguaggio, di liturgie, di riti (in senso lato) esclusivi che mirano a tenere fuori il diverso, anziché includere;
- Le persone perdono valore e diventano utili solo ai fini della causa o del gruppo (mentre il cristianesimo è l’unica religione che mette il valore della persona al centro in quanto la creatura è figlia di un Dio che la ama).
E’ probabile che abbiate riconosciuto uno o più di questi aspetti in qualche chiesa di vostra conoscenza, se non nella vostra. In realtà alcuni di questi aspetti sono normalmente presenti anche in chiese che giudicheremmo sane, ma diventano patologici quando sono preponderanti e possono davvero portare intere chiese fuori strada. Se notate, l’errore che accomuna questi punti è lo spostamento dell’attenzione da Dio e dalla Sua opera all’uomo e ciò che egli può fare, ufficialmente per piacere a Dio, ma in realtà per essere accettato dal gruppo stesso.
Poiché tutti cercano i loro propri interessi, e non quelli di Cristo Gesù. Filippesi 2:21
Il migliore antidoto contro il settarismo è un attaccamento vero e continuo al fulcro della nostra fede: Cristo. In Cristo abbiamo libertà e viviamo di amore, non di paure. In Cristo abbiamo un capo perfetto che ci guida nella verità. In Cristo abbiamo la vera unità spirituale non un rapporto fondato sul controllo e la manipolazione. In Cristo abbiamo la pace e la vera speranza che non ci possono essere tolte.
E’ bene ricordare che l’errore di spostare il centro della nostra fede da Cristo ad altro, è presente anche nel sincretismo che è l’opposto al settarismo. Questo avviene quando si cerca a tutti i costi l’unità negando ogni differenza e rinunciando ai fondamenti della propria fede in nome dell’unità stessa. L’ecumenismo liberale è figlio di questo errore, nel quale il centro non è più la verità, ma l’uomo stesso con le sue idee, la sua volontà di costruire qualcosa di migliore anche indipendentemente da Dio e dalla Sua volontà.
Ancora una volta in nome di Dio si cerca la volontà dell’uomo. Pensare di poter sostituire lo Spirito Santo, la Parola di Dio, Dio stesso, con una generica comunione per il piacere di stare insieme non è l’unità di cui parla Gesù. Ricercare la pace, la fratellanza e la comunione al di fuori di chi ci rende fratelli e ci dà la vera pace è umanesimo. Sostituire un umanesimo dalle sembianze cristiane alla vera comunione spirituale è una forma di idolatria.
Questo post è stato estratto dal capitolo 4 del libro “Uno in Cristo” di Pier Francesco Abortivi. Usato ed adattato con permesso dell’autore. Il libro è scaricabile in base ad una donazione libera presso il sito Progetto Archippo.