Quest’articolo contiene estratti dal primo capitolo del libricino “Imparare l’evangelizzazione” stampato da Soli Deo Gloria. Il libricino di Mike Hencher è a disposizione gratuita presso Kurt Jost (Soli Deo Gloria) o scaricabile qui. Usato con permesso.

Ragazza che ascoltaAvendo ascoltato, saremo nella condizione di dar loro una mano.

Ascoltare è molto importante. A volte vengo ricordato per il fatto che sento, ma non ascolto, mia moglie! Se il nostro studio ci incoraggia ad ascoltare maggiormente Dio e, di conseguenza, i nostri cari e quegli amici che stiamo cercando di portare a Cristo, cambierà certamente le nostre vite e anche quelle degli altri!

Ascoltare è essenziale se vogliamo sapere la provenienza dei nostri amici da un punto di vista spirituale, emotivo e psicologico. Avendo ascoltato, saremo nella condizione di dar loro una mano. La consulente di coppie Sue Crookes, ha dato diversi suggerimenti che ci possono aiutare in situazioni del genere.

1. Ascoltare e riflettere

Ascoltare attentamente è abbastanza difficile. Trattenersi dal parlare, dopo aver ascoltato, per riflettere su quello che è stato detto, mentre la persona passa ad un altro punto, è decisamente un’arte.

2. Accettare

Accettare le persone come sono ed accettare quello che lui o lei hanno da dire, o hanno detto, come ciò che essi davvero sentono in quel momento.

3. Afferrare la storia completa

Se non sei sicuro di aver afferrato l’intera storia, inserisci una breve espressione del tipo “Correggimi se sbaglio…” o “da quello che ho capito, stai dicendo…”, per chiarire la tua diagnosi della condizione spirituale della persona.

4. Empatizzare e simpatizzare

L’empatia è quell’effetto emotivo che spinge l’ascoltatore a sentire effettivamente come se i problemi e le reazioni della persona che sta ascoltando fossero proprio le sue. La simpatia è simile: un’espressione del sentimento e del desiderio di aiutare l’altra persona, ma l’empatia è di gran lunga superiore!

EmpatiaCome evangelisti possiamo essere come Gesù nell’ascoltare con amore e, al momento giusto parlare della buona notizia della salvezza.

La cosa migliore che i tre amici di Giobbe hanno fatto per lui è che “Rimasero seduti per terra, CON LUI, sette giorni e sette notti; nessuno di loro gli disse parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande” (Giobbe 2:13). Ezechiele empatizzava con il popolo di Dio nel bisogno. “E mi fermai dove essi abitavano; e là abitai sette giorni, triste e silenzioso, in mezzo a loro” (Ezechiele 3:15).
Quando ti avvicini abbastanza ai tuoi vicini non–cristiani per condividere il tuo dolore, non avere paura del silenzio. Non riempirlo di parole solo perché sembra tanto lungo. Dio parla in modo meraviglioso nella tranquillità quando ci facciamo da parte.

5. Mantenerlo confidenziale

Se qualcosa che ci viene detto è confidenziale, non dovrebbe essere detto a nessuno, neanche a moglie o marito! Ciò potrebbe causarvi dolore, ma è meglio che non mantenere la parola.

6. Scrittura e preghiera

Scrittura e preghiera devono essere parte della conversazione, se vogliamo che il nostro aiuto nei confronti dei nostri amici possa durare.

Ebrei 4:15 ci dice: “Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato”. Come evangelisti…possiamo essere come Gesù nell’ascoltare con amore e, al momento giusto parlare della buona notizia della salvezza.

Che tipo di cose dovremo ascoltare? Al giorno d’oggi, tante cose ci scioccheranno se abbiamo assunto una posizione di assoluta separazione, isolandoci da questo mondo. Se vogliamo essere di aiuto alle persone oggi, dobbiamo cercare di essere non scioccabili… così coscienti dei trucchi del nemico, che non andremo nel panico quando si riveleranno le conseguenze del peccato nelle vite dei nostri contatti.

Noi dobbiamo trovare un “terreno comune” con i nostri amici non salvati e possibilmente contatti, “perché mi permettano di parlar loro di Cristo e permettere a Cristo di salvarli” (1 Corinzi 9:22b, Living Bible).

La nostra reazione alle folle che incontreremo oggi sarà, in qualche modo quella del nostro benedetto Signore? “Quando vide le folle, ne ebbe compassione perché erano oppresse e senza speranza, come pecore senza pastore”. I nostri amici avranno il beneficio di un tuo orecchio in ascolto oggi?

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