Quest’articolo estratto dal libro “Come aprire le porte a una lettura informata della Bibbia” di G. Fee e D. Stuart. Appare qui per gentile concessione di Edizioni Patmos.
Il primo compito: l’esegesi
Il primo compito che deve affrontare l’interprete si chiama esegesi.
L’esegesi è lo studio attento e sistematico della Scrittura per scoprire il significato originario inteso dagli autori biblici.
Questo è un compito storico. Rappresenta il tentativo di udire la Parola come l’avrebbero udita all’origine i destinatari, per scoprire quale fosse l’intento originario delle parole della Bibbia. È questo l’esercizio che spesso richiede l’assistenza di un ‘esperto’ [libri, leader rispettati, ecc.], cioè di quella persona la cui preparazione l’ha aiutata a conoscere bene il linguaggio e le circostanze dei testi nella loro contestualità originaria, ma non si deve essere necessariamente esperti per fare una buona esegesi. In realtà, bene o male, esegeti lo siamo tutti. L’unico problema è se saremo appunto dei bravi esegeti….
L’esegesi è il primo passo nella lettura di ogni testo. Dapprima non sarà cosa facile, ma imparare a pensare esegeticamente porterà a grandi benefici nella comprensione, rendendo la lettura della Bibbia – per non parlare del suo studio – un’esperienza molto più interessante e dinamica. …è necessario imparare a pensare esegeticamente, cioè iniziare dai tempi e dai luoghi di allora e fare così con ogni testo.
Come imparare, allora, a fare una buona esegesi e, allo stesso tempo, evitare i trabocchetti lungo il percorso…? La chiave di una buona esegesi e, quindi, di una lettura più informata della Bibbia, sta nell’imparare a leggere il testo attentamente e nel rivolgere ad esso le giuste domande…. Ci sono due tipi fondamentali di domande che vanno poste a ciascun passo biblico:
1.quelle che si rifanno al contesto e
2.quelle riferite al contenuto.
Le domande contestuali sono anch’esse di due tipi: storiche e letterarie. Consideriamo brevemente ciascuna di esse.
Le domande sul contesto
Il contesto storico
Il contesto storico, che differirà tra un libro e l’altro, ha a che fare con diversi fattori: il tempo e la cultura dell’autore e dei suoi lettori, cioè le realtà politiche, geografi che e topografi che attinenti al contesto dell’autore, così come il motivo del libro, una lettera, un salmo, un oracolo profetico o di un altro genere. Tutte queste distinzioni sono fondamentali per arrivare alla comprensione.
Fa una grossa differenza per la comprensione…riconoscere le aspettative messianiche di Israele quando Giovanni Battista e Gesù apparvero sulla scena; oppure comprendere le differenze tra le città di Corinto e Filippi ed il modo in cui influivano sulle rispettive chiese.
Per rispondere alla maggior parte di queste domande ci vorrà un aiuto esterno. Un buon dizionario biblico, come…il nuovo Dizionario biblico GBU (edizione italiana a cura di Rinaldo Diprose, Edizioni G.B.U.), potrà in genere supplire a questa lacuna….
L’aspetto più importante del contesto storico, tuttavia, ha a che fare con l’occasione e lo scopo di ciascun libro della Bibbia e/o delle sue varie parti. In questo caso, si vuole avere un’idea di quello che succedeva in Israele o nella chiesa e che richiedeva tale documento, o quale fosse la situazione dell’autore che lo spingeva a scrivere…. Quando è reperibile, la risposta a questa domanda di solito si trova all’interno del libro stesso…[e] si potrà di nuovo consultare il dizionario biblico, oppure l’introduzione ad un buon commentario su quel particolare libro.
Il contesto letterario
Essenzialmente, per contesto letterario intendiamo che le parole hanno significato solo nelle frasi e, nella maggior parte dei casi, le frasi bibliche hanno significato solo in relazione a quelle precedenti e successive. La domanda contestuale più importante che si possa mai fare, e che si deve ripetutamente porre in relazione a ciascuna frase e paragrafo, è la seguente: Qual è il nocciolo della questione?
Dobbiamo cioè cercare di rintracciare il filo nel pensiero dell’autore: che cosa sta dicendo l’autore e perché lo dice proprio qui?
Stabilito questo primo aspetto, come procede nel suo dire l’autore e perché?
Le domande sul contenuto
La seconda fondamentale categoria di domande da porre a qualsiasi testo, ha a che fare con il contenuto effettivo dell’autore. Per contenuto intendiamo i significati delle parole, le relazioni grammaticali nelle frasi e la scelta del testo originale…. Per rispondere a questo tipo di domande, in genere, si dovrà ricorrere all’aiuto esterno. Ancora, la qualità delle risposte a tali domande dipenderà in genere dalla qualità delle fonti consultate. A questo punto, si dovrà finalmente esaminare un buon commentario esegetico, ma ricordando che, qualora ciò fosse necessario, è l’ultima cosa da fare.
Il secondo compito: l’ermeneutica
Sebbene la parola ermeneutica in genere riguardi tutti gli ambiti dell’interpretazione, …useremo il termine esclusivamente in questo
senso: il porre domande sul significato della Bibbia per il ‘qui ed ora’.
Dopo tutto, è proprio questa preoccupazione per il ‘qui ed ora’ che ci porta alla Bibbia….
Il motivo per il quale non si deve cominciare con il ‘qui ed ora’ è che
l’unico controllo di sicurezza che garantisca un’ermeneutica corretta ci viene dal proposito originale del testo biblico.…
Le questioni suscitate dall’ermeneutica non sono affatto facili….
Tuttavia, su quest’unica cosa ci deve per lo meno essere un punto di
accordo: Un testo non può significare quel che non ha mai significato.
Per dirla più positivamente: il vero significato del testo della Parola di Dio per noi è quel che Dio intendeva che significasse all’origine, quando fu dapprima pronunciata. Ecco il punto di partenza.
Come procedere da quel punto è, tutto sommato, l’argomento di questo libro…. È difficile stabilire delle regole per l’ermeneutica.
Vorremmo perciò offrire delle linee generali nei capitoli che seguiranno…[sulle Parabole, sull’Ecclesiaste, ecc.]
NB: MissionePerTe consiglia la visione di questo filmato del Pastore Pietro Ciavarella di www.solascrittura.it.