Quest’articolo contiene estratti dal libro “Il paradosso di Grazia e Verità” di Randy Alcorn (Soli Deo Gloria). Il libro è disponibile ad un prezzo conveniente (circa Euro 3) presso Kurt Jost (Soli Deo Gloria). Usato con permesso.
Se davvero sperimentiamo il perdono di Dio per i nostri peccati, saremo trasformati in persone che perdonano a loro volta.
Gesù racconta di un servo che aveva un debito di diecimila talenti con il suo signore, l’equivalente di milioni di euro.
Il servo implorò misericordia. Benché il signore avesse tutto il diritto di metterlo in prigione per il resto della sua vita, gli offrì piena grazia.
Il servo a cui il debito era stato condonato uscì e incontrò un suo collega che gli doveva una cifra di molto inferiore, un rapporto di 1 a 600.000 di ciò che gli era stato perdonato.
Gli chiese il pagamento immediato della cifra completa. Il debitore cadde ginocchio e implorò misericordia. L’altro però non ebbe pietà e lo fece gettare in prigione.
Quando il signore sentì questo, egli disse più o meno ciò che segue: “Se il mio condono avesse davvero toccato il tuo cuore, lo avresti esteso a tuo fratello!” Egli poi annullò il condono, dato che un uomo che non estende la grazia dimostra un profondo disprezzo per essa.
Questa parabola insegna che:
- Il nostro debito verso Dio è troppo grande per essere pagato da noi.
- Il nostro debito verso Dio è infinitamente più grande di quanto possa esserlo il debito di qualsiasi persona verso di noi.
- Se davvero sperimentiamo il perdono di Dio per i nostri peccati, saremo trasformati in persone che perdonano a loro volta.
“Ma come posso perdonare mio padre per avermi violentato, la mia ex-moglie per avermi tradito, il mio socio in affari per avermi imbrogliato? Ci vorrebbe un miracolo!“
Esatto. Il miracolo consiste nella grazia.
“Vuoi forse che faccia finta che non mi abbiano fatto tutte quelle cose terribili?”
La grazia di Dio verso di noi è come un fulmine. La nostra grazia verso gli altri è come il tuono. Prima viene il fulmine e poi il tuono segue.
Assolutamente no. Anche Dio non fa finta che non gli abbiamo fatto tutte quelle cose terribili. E non fa nemmeno finta che i chiodi nelle sue mani non gli abbiano fatto male.
Egli dice: “Sono morto per perdonarti e per darti la grazia di perdonare gli altri”.
Estendere la grazia ci libera dal terribile fardello del risentimento e dell’amarezza. Per quanto le offese che ho subito possano essere orribili, non lo saranno mai quanto quelle che abbiamo inflitto noi a Dio. Se Lui, nella Sua grazia, ci ha perdonati, anch’io posso fare lo stesso con gli altri.
La grazia di Dio verso di noi è come un fulmine. La nostra grazia verso gli altri è come il tuono. Prima viene il fulmine e poi il tuono segue. Noi mostriamo la grazia agli altri perché Lui ce l’ha mostrata per primo.
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