Questo articolo di Jean-Claude Saillen – Associazione Insieme (www.insiemeprofamiglia.org).
“Famiglia ti amo!”… Ecco un titolo destinato a farci riflettere. Nella realtà odierna arrivano segnali contraddittori intorno alla famiglia. Alla fine degli anni 80 un noto demografo francese, Louis Roussel, scrisse un saggio dal titolo: “La famiglia incerta” (Edizioni Odile Jacob, 1989). Alcuni decenni prima fece scalpore il grido di André Gide (1869-1951): “Famiglie vi odio!”.
Gli anni sono passati, ma la situazione non è certo migliorata, anzi l’interrogativo si è acutizzato: dove va la famiglia, qual è il suo futuro? Ci sono seri motivi di preoccupazione, dei segnali di grave difficoltà, mentre ci si può interrogare circa la presenza o meno di segnali incoraggianti. Le separazioni e i divorzi aumentano e cresce pure la violenza (verbale, fisica) nell’ambito del focolare domestico.
La coppia è sempre più sola con tutte le implicazioni che ne derivano.
I giovani sembrano esitare non poco di fronte all’impegno matrimoniale e tendono sempre di più a ritardare la data del fatidico “si”. Si stanno poi sviluppando nuove forme di convivenza e nuovi modelli familiari (convivenze, patti civili di solidarietà, unioni omosessuali, famiglie monoparentali, famiglie ricomposte… senza dimenticare l’aumento costante del numero dei single). I legami con la famiglia allargata si assottigliano lentamente, nelle grandi città la coppia è sempre più sola con tutte le implicazioni che ne derivano, particolarmente quando i figli sono piccoli.
Potremo parlare della crescente disistituzionalizzazione che colpisce la nostra società ed in particolar modo la famiglia. Aggiungiamo il crescente disagio economico e la mancanza di una politica di forte sostegno alle famiglie.
Esistono dei motivi d’incoraggiamento? In completa contraddizione con i dati precedenti, un numero rilevante di giovani italiani, intervistati nell’ambito di una ricerca, hanno affermato che la famiglia è il valore più importante per loro anche se poi tendono a ritardare sempre di più l’età del matrimonio e della nascita del primo figlio.
Durante i nostri seminari ci interessiamo molto ad alcune tematiche della vita familiare. Molti problemi sorgono nel rapporto genitori figli e sempre più genitori non sanno più come gestire l’educazione dei loro figli. Dedichiamo spazio al tema dell’incoraggiamento: come fare per incoraggiare i nostri figli ed aiutarli a sviluppare un sano concetto di sé. Sembra che a volte si debba scegliere tra disciplina e amore (e di conseguenza l’incoraggiamento). Per svolgere bene il nostro compito di genitori dobbiamo procedere con due gambe: la gamba delle norme (la disciplina) e quella dell’amore (l’incoraggiamento). Tutto questo influisce non poco sulla qualità della comunicazione.
Oggi giorno si corre parecchio, molti figli ricevono più benessere materiale che affettivo, la quotidianità si riduce ad uno scambio di “comunicazioni di servizio”: “Ricordati di pagare le bollette”, “Non tornare troppo tardi!”, “Metti in ordine la tua stanza!”, “Studia di più!”, “Ricordati che oggi si va dal dentista”… Comunicare implica mettersi in gioco ed aprire le porte dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, dei nostri sogni, delle nostra paure… comunicare implica sapere ascoltare, interessarmi veramente all’altro e questo non è poco!
Pensare che la famiglia è al centro del progetto di Dio, il luogo privilegiato per dare e ricevere affetto, il luogo della comunione più profonda, della crescita degli individui, della preparazione alla vita nella società. La famiglia non è soltanto la cellula di base della nostra società, lo è pure per la chiesa, ed è il primo luogo dove vivere e testimoniare l’Evangelo.
Tante brutture, tante distorsioni non ci devono fare perdere di vista la bellezza del progetto di Dio per la famiglia. Sviluppiamo un’immagine positiva della famiglia, sogniamo una famiglia come luogo di benedizione, amiamo questa istituzione divina senza la quale non c’è futuro per la nostra società. “Famiglia ti amo!”