Difesa della fede

Gesù nell’Antico Testamento

Il dottor Walter C. Kaiser Jr. è titolare di Antico Testamento presso il Seminario Teologico Gordon-Conwell. Riconosciuto a livello internazionale come studioso di Antico Testamento, ha pubblicato più di 30 libri.

Non c’è migliore insegnante sulla questione se Gesù si trovi fra le pagine dell’Antico Testamento degli insegnamenti del nostro stesso Signore Gesù. Fu Lui a dichiarare in Giovanni 5:39, “Voi [Giudei] investigate le Scritture [che all’epoca erano i 39 libri del Tanak/Antico Testamento]…. Esse son quelle che rendono testimonianza di me”. Quest’affermazione dovrebbe già chiudere la questione.

Ancora più noto è il momento in cui Gesù riprese Cleopa, insieme ad un altro discepolo non nominato, mentre camminavano sulla strada per Emmaus in quella prima domenica pasquale, dicendo,

«O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, [Gesù] spiegò loro in tutte le Scritture [ossia l’Antico Testamento] le cose che lo riguardavano (Luca 24:25-27).

Anche il Re Davide profetizzò la risurrezione di Gesù nel distante 1000 a.C. quando anche lui vide ciò che doveva avvenire, ossia che Gesù non sarebbe “abbandon[ato]…nello Sceol [o nella tomba], né…che il Tuo Santo subisca la decomposizione” (Salmo 16:8-11; Atti 2:30-31). Dunque, non è una sorpresa il fatto che anche noi troviamo Gesù presente negli eventi e nelle profezie presenti nell’Antico Testamento.

È soltanto logico trovare che Gesù fosse entrambe realmente presente nell’Antico Testamento e accuratamente profetizzato, e che Egli sarebbe venuto prima come il nostro Salvatore e poi, in una seconda venuta successiva, sarebbe apparso come il Re sovrano di tutta la Terra. Un tale stato d’eventi così inusuali è possibile perché Gesù è Colui che era, che è, che viene!

È triste doverlo dire, ma fin troppi credenti non si rendono conto della Sua presenza reale nell’Antico Testamento e delle numerose profezie della Sua prima e della Sua seconda venuta. Per rispondere a quest’esigenza, esaminiamo prima quelle istanze in cui Egli appare in una Cristofania nei tempi dell’Antico Testamento. Poi di seguito prenderemo nota di alcune delle numerose profezie delle Sue due venute.

Apparizioni del Cristo nell’Antico Testamento

Gesù venne visto per primo nell’Antico Testamento come la persona che apparve come “l’Angelo del SIGNORE” nella Sua apparizione all’improvviso davanti alla serva di Sarai, Agar (Genesi 16:7). Dopo quest’evento, Egli continuò ad apparire occasionalmente nei più antichi libri dell’Antico Testamento. Questi eventi reali, iniziati da Dio, furono caratterizzati dal fatto di essere rivelazioni convincenti della Sua persona e della Sua opera quanto furono pure apparenze transitorie, fugaci ma anche udibili e chiaramente visibili. Egli venne nel mondo nella forma di un essere umano molto prima della Sua incarnazione finale come un bebè a Betlemme. Eppure questo stesso “Angelo del SIGNORE” venne spesso chiamato o indirizzato come “il SIGNORE/Yahweh” stesso (Genesi 12:7; 17:1; 19:1; ecc.).

Quest’ “Angelo del SIGNORE” fu un titolo che indicava il Suo ufficio, ma non descriveva la Sua natura. L’Ebraico per la parola “angol” (mal’ak) comunica l’idea fondamentale di uno che viene “mandato,” un “messaggero”. Delle 214 volte che troviamo questo termine ebraico utilizzato come “angelo”, circa un terzo fanno riferimento a ciò che i teologi etichettano una “Cristofania”, un’apparizione temporanea di Cristo nell’Antico Testamento. È certo, però, che questo particolare angelo del Signore è divino perché Agar “diede al SIGNORE, che le aveva parlato [come l’Angelo del SIGNORE], il nome di Atta-El-Roi, perché disse: «Ho io, proprio qui, veduto andarsene colui che mi ha vista?»” (Genesi 16:13).[1]

Altre apparizioni di Gesù nell’Antico Testamento possono essere trovate in testi come Genesi 22:11 e 15, dove fu l’Angelo di Yahweh che parlò dai cieli ad Abramo quando Abramo stava per sacrificare Isacco e l’Angelo di Yahweh lo fermò. Di nuovo, fu l’Angelo di Yahweh che apparve a Mosè nella fiamma di fuoco in Esodo 3:2. Durante quella conversazione vicino al pruno che bruciava, viene dichiarato che fu infatti “Yahweh” che parlò e questo provocò che Mosè nascondesse la sua faccia da lui (Esodo 3:6).

Dopo, fu lo stesso Angelo del SIGNORE che apparve alla moglie di Manoà (Giudici 13:2-25), la madre di Sansone, e lei poi disse a suo marito che fu infatti “un uomo di DIO” che le apparve. Quando Manoà chiese che “l’Angelo del SIGNORE” apparisse anche a lui come era apparso a sua moglie, l’Angelo ripeté le apparizioni e le conversazioni con lui, prima di salire nella fiamma dell’altare (Giudici 13:20) con la chiara implicazione che il sacrificio sull’altare fu dato in adorazione a Lui stesso! Inoltre, quest’ “Angelo” fu considerato come un “Redentore”, il quale salva Israele dal male (Isaia 63:9).

Come può un lettore dell’Antico Testamento dubitare che questi eventi, insieme a tante altre simili descrizioni nelle più antiche Scritture, siano altro che apparizioni pre-incarnazione del Signore Gesù in vera carne, anche se fu, in quel periodo, solo un’incarnazione temporanea per i bisogni immediati delle persone fino a che non sarebbe venuto e si fosse incarnato permanentemente? Spesse volte Gesù venne sulla Terra per aiutare il Suo popolo nella sua angoscia e nel suo bisogno di direzione. Gli unici esempi in cui l’Angelo di Yahweh era contro Israele si trovano in 2 Samuele 24 e 1 Cronache 21 dove l’Angelo è un agente della punizione di Dio contro Davide perché Davide aveva disobbedito a Dio e fatto un censimento nazionale.

Profezie del Messia nell’Antico Testamento

In aggiunta alla presenza reale di Gesù come l’Angelo del Signore/Dio, J. Barton Payne[2] elenca ben 574 versetti nell’Antico Testamento che danno un diretto e personale preannuncio messianico. Payne trova 127 profezie messianiche personali, che toccano 348 versetti in cui si trova un qualche genere di vera e propria profezia o di profezia tipologica[3] della prima o della seconda venuta di Gesù. Questo numero è superato solo da Alfred Edersheim[4], il quale osserva che in circa 558 scritti rabbinici nel periodo pre-cristiano, ci fossero ben 456 diversi brani dell’Antico Testamento (Tanak) citati per far riferimento o al Messia o ai tempi messianici!

Nel mio libro, The Messiah in the Old Testament (Il Messia nell’Antico Testamento)[5], sono riuscito ad identificare 65 profezie dirette della venuta di Gesù nell’Antico Testamento. Sono davvero pochi che cercheranno di negare che ci sono almeno sei profezie dirette del Messia nel Pentateuco: Genesi 3:15; 9:27; 12:2-3; 49:8-12; Numeri 24:15-19; e Deuteronomio 18:15-18.

Ad Eva fu promesso in Genesi 3:15 che una progenie maschile discendente dalla sua linea avrebbe schiacciato il capo del serpente, ossia il Diavolo stesso, e conquistato il male completamente, in quanto il principe del male, Satana, sarebbe stato sconfitto. Poi in Genesi 8:27, Dio sarebbe venuto e avrebbe vissuto/dimorato nelle tende di Sem, il popolo Semitico. Però, quale di questi Semiti venne indicato da Dio: gli Arabi o il popolo Giudaico? Abramo risolse quella domanda in quanto Dio chiamò proprio lui per lasciare Ur della Mesopotamia ed andare in Israele, e fu lui che dovette diventare una benedizione per tutte le nazioni sulla Terra in Genesi 12:3.

Questa promessa può essere ristretta ancora di più alla tribù di Giuda. Sarebbe stato il figlio numero quattro di Giacobbe a diventare colui che avrebbe ricevuto lo scettro da regnante ed anche colui dal quale la linea del Messia sarebbe discesa (Genesi 49:8-12). Infatti, è scritto di questo discendente di Giuda, “un astro sorge da Giacobbe, e uno scettro si eleva da Israele” (Numeri 24:17). Inoltre, il Messia che sarebbe venuto sarebbe stato un “profeta” (Deuteronomio 18:15) ed anche un “re” (Salmo 72).

Se gli eventi del libro di Giobbe avvennero nel periodo dei patriarchi (circa 2100-1800 a.C.), come crediamo, allora ci sono quattro brani in Giobbe che dovrebbero essere aggiunti ai sei nel Pentateuco. In Giobbe il Messia viene chiamato un “angelo” e un “Mediatore” (Giobbe 33:23-28).

Si può aggiungere a queste dieci dirette profezie messianiche altre cinque del periodo prima e durante l’epoca davidica. Egli fu visto come “l’Unto” in 1 Samuele 2:1-10 e come un “sacerdote fedele” in 1 Samuele 2:35-36. Chiaramente il brano più incredibile è il testo del patto davidico trovato in 2 Samuele 7 (ripetuto poi in 1 Cronache 17) e sviluppato in Salmo 132, il quale indicò la casa/dinastia di Davide quale luogo in cui Dio avrebbe originato il Suo trono, la Sua dinastia e il Suo regno per sempre. La promessa data al Re Davide fu così stupefacente che Davide gridò in 2 Samuele 7:19c che “Questa è la legge [o l’atto costitutivo] per [tutta] l’umanità” (traduzione dell’autore). In altre parole, Dio in quell’istante conferì a Davide un ampliamento della promessa che aveva dato in precedenza ai patriarchi.[6]

Non c’è spazio sufficiente per spiegare come 11 Salmi celebrino la persona e l’opera del Messia che è da venire. Anche se fosse rigettato (Salmo 118), tradito (Salmi 69 e 109), morto e risorto (Salmi 22 e 16), sarebbe venuto come Conquistatore e come Sovrano sul trono (Salmo 2 e 110), come Pianificatore e Sposo (Salmo 40 e 45), e come Re Trionfante (Salmi 68 e 72).

In aggiunta ai diretti riferimenti al Messia futuro che abbiamo elencanti in precedenza, ci sono 39 profezie del Messia nei profeti dell’Antico Testamento. Qualche esempio di questi annunci prima degli eventi stessi includerebbe: fu profetizzato che il Messia sarebbe nato da una vergine (Isaia 7:14 poi Matteo 1:33), che il Suo luogo di nascita sarebbe Betlemme (Mica 5:2 poi Matteo 2:1 e 6), che Giovanni il Battista Lo avrebbe preceduto (Isaia 40:3-5 e Malachia 3:1 poi Matteo 3:3, Marco 1:3 e Luca 3:4-6).

Fu anche annunciato prima del tempo che il Messia sarebbe entrato in Gerusalemme [in quella che divenne poi nota come la domenica delle palme] in modo trionfale mentre la folla avrebbe gridato, “Osanna” (Zaccaria 9:9-10 e Salmo 118:25-26 poi Matteo 21:9, Marco 11:9, Luca 19:38 e Giovanni 12:13). Poi nell’arco di meno di una settimana, Egli sarebbe stato tradito [da uno dei Suoi discepoli, Giuda] (Salmo 69:25 poi Atti 1:20).

Fu predetto che il fianco del Messia sarebbe trafitto (Zaccaria 12:10 poi Giovanni 19:37) e che avrebbe sofferto in modo vicario per i peccati del mondo (Isaia 53:6, 9, e 12 poi 1 Pietro 2:21-25 e Romani 4:25). Ancora più drammaticamente accurato fu il fatto che Gesù sarebbe stato assassinato fra gli “empi” (Isaia 53:9a, osservate bene il plurale nell’Ebraico) esattamente come fu crocifisso fra due ladri, ma poi sarebbe stato sepolto con “il ricco” (Isaia 53:9b, osservate bene il singolare nell’Ebraico).

Ma non è questa la conclusione della questione delle profezie su Gesù nell’Antico Testamento perché il Messia sarebbe tornato sulla Terra una seconda volta (Daniele 7:13 poi Marco 13:26 e Luca 21:27) e avrebbe un giorno regnato nella città di Gerusalemme quale Re dei re, mentre le nazioni sarebbero salite su quella città per essere istruite nelle Sue vie e non “impareranno più la guerra” (Isaia 2:3-4).

Per quanto concerne il Messia nell’Antico Testamento, il rapporto fra l’Antico e il Nuovo Testamento dimostra una forte continuità e una progressiva rivelazione. Gli elementi essenziali della dottrina della persona e dell’opera di Gesù sbocciano e fioriscono nel Nuovo Testamento anche se l’Antico Testamento contiene spesso in germe la maggior parte di ciò che eventualmente si sviluppò a cominciare dalle sue pagine. Che Dio misericordioso e che si rivela da solo! E che dono stupendo di un Salvatore il quale è venuto sulla Terra una volta, ma il quale ritornerà ancora una volta in tutta la Sua pienezza e tutta la Sua gloria!

[1] Vedete James A. Borland. Christ in the Old Testament. Ross-shire, UK: Christian Focus Publications, 1999.

[2] J. Barton Payne. Encyclopedia of Biblical Prophecy. New York: Harper
and Row, 1973, 667-68.

[3] NdT: Con “profezie tipologiche” si intende dire un “type” (tipo) o “figura” che anticipa una futura realtà. Ad esempio, Mosè per certi versi fu un “tipo” o “figura” di Gesù nel senso che anticipò l’arrivo futuro di uno ancora più speciale come leader, come datore della legge, come profeta, ecc.

[4] Alfred Edersheim. The Life and Times of Jesus the Messiah, 2 volumi. Grand Rapids: Eerdmans, 1953, 2:710-41.

[5] Walter C. Kaiser, Jr. The Messiah in the Old Testament. Grand Rapids: Zondervan, 1995, 237-39.

[6] Vedete una più ampia spiegazione di questo tema in Walter C. Kaiser, Jr. The Promise-Plan of God: A Biblical theology of the Old and New Testaments. Grand Rapids: Zondervan, 2008.