Sette modi per gestire male una storia della Bibbia
Questo post è stato scritto da Peter Mead col titolo “7 Ways to Mishandle a Bible Story” per il suo blog Biblical Preaching. Usato ed adattato con permesso dell’autore.
La Bibbia è piena di storie, e noi predicatori siamo pieni di modi per interpretarle male. Dio ci ha riccamente benedetti con le storie della Bibbia. Ognuna rivela il cuore e il carattere di Dio. Ogni storia è pensata per orientare i nostri cuori verso di Lui e per rafforzare la nostra fede nella Sua parola e nel Suo carattere. Quindi, come possiamo sbagliare?
Ecco sette modi per interpretare male una storia biblica:
1. Saltare la storia
Questo è l’approccio del “dare per scontato e ignorare”. Possiamo facilmente dare per scontato che tutti conoscano la storia, e quindi perdiamo l’occasione di raccontarla. Invece, concentriamo le nostre energie omiletiche sulla predicazione delle riflessioni teologiche suscitate dalla storia. Perché diamo per scontato che tutti conoscano la storia? Anzi, perché diamo per scontato che ciò che abbiamo da dire al riguardo sia più prezioso di ciò che la storia stessa dice? Anche se le persone conoscono la storia, raccontatela comunque e lasciate che la parola di Dio operi nei vostri ascoltatori.
2. Stravolgere il significato
Questo è l’approccio eretico. Possiamo facilmente fuorviare i nostri ascoltatori e finire per predicare involontariamente un’eresia. Prendiamo ad esempio la storia di Zaccheo in Luca 19:1-10. È facile attribuire tutta l’iniziativa all’impegno di Zaccheo nel versetto 8. Poi la sua salvezza viene confermata da Gesù nel versetto 9. Ecco, siamo salvati dal nostro impegno verso Cristo! Invece, non è così. Gesù aveva già preso l’iniziativa nel versetto 5. Gesù aveva già salvato Zaccheo. La generosità esuberante del versetto 8 è una risposta alla grazia di Dio, non un prerequisito per essa.
3. Moralizzare
Questo è l’approccio carnale. Poiché tutti tendono naturalmente all’idea di guadagnarsi qualcosa da Dio, possiamo sempre e facilmente ricorrere a ciò che Bryan Chapell chiama gli “essere mortali”: sii come, sii buono, sii disciplinato. E con la storia di Zaccheo? Nel versetto 7 la folla mormorava. Non comportiamoci come loro, non mormoriamo. Quel versetto è presente nel brano per un motivo, ma quella piccola lezione di vita non è il motivo principale. È lì per sottolineare la meraviglia di ciò che Gesù ha fatto per Zaccheo. Non è lì per spingerci ad un comportamento migliore.
4. Lezione accademica
Questo è l’approccio della lezione storico-culturale. Utilizzate le conoscenze culturali e storiche per dare vita alla storia, non per soffocarla. Come funzionava il sistema fiscale all’epoca? Come avrebbe potuto la proverbiale ospitalità mediorientale reagire al passaggio di Gesù in città? Dove si trovavano i sicomori rispetto a Gerico? Illuminate la storia e continuate a raccontarla, senza trasformare il sermone in una serie di lezioni di storia innescate dai dettagli del racconto.
5. Rivelazione anticipata
Questo è l’approccio della “battuta finale all’inizio”. Ad esempio, con la storia di Zaccheo, potreste enunciare il primo punto dicendo: “Gesù è venuto a salvare i perduti, versetti 1-4”. Errore. Nel brano, il versetto 10 arriva come una sorpresa. L’intero testo è costruito per condurre il lettore agli sforzi di Zaccheo per vedere Gesù. Poi, alla fine, si scopre che era Gesù a cercare e a salvare. Perché svelare tutto all’inizio? Fate come fa il testo. Non “raccontate la battuta finale prima della barzelletta”.
6. Appiattimento
Questo è l’approccio dello schema senza vita. Ancora una volta, con la storia di Zaccheo, i vostri punti potrebbero essere di una piattezza disarmante: Gesù cerca i perduti, Gesù salva i perduti e Gesù rassicura i perduti. Onestamente, mi annoio solo a scrivere questo schema, anche se è abbastanza accurato. Sebbene sia vero che la storia si sviluppa in diverse fasi, ciò non significa che il sermone debba suonare come una progressione logica attraverso punti completamente paralleli. Quello schema potrebbe funzionare, ma ha bisogno di una seria iniezione di energia.
7. Perdita di concentrazione
Questo è l’approccio delle troppe storie secondarie. La storia di Zaccheo è una narrazione avvincente se raccontata bene, ma se usate ogni spunto per raccontare un’altra storia, la perderete di vista. “Una volta conoscevo un esattore delle tasse…”, “Avevo un amico basso…”, “Ho una divertente storia su un albero…”, “Ricordo una folla che brontolava nel 1987…,” ecc. Fate in modo che gli altri materiali illustrativi siano abbastanza concisi, in modo che l’attenzione rimanga sulla narrazione principale del sermone.
Tutti i post di Peter Mead dal suo blog Biblical Preaching:
- Sette modi per gestire male una storia della Bibbia
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Questo post è stato scritto da Peter Mead col titolo “7 Ways to Mishandle a Bible Story” per il suo blog Biblical Preaching. Usato ed adattato con permesso dell’autore.
