Quest’articolo è tratto dal libro L’Incoraggiamento di Larry Crabb e Dan Allender. Appare qui per gentile concessione di Edizioni Patmos.
Gli incoraggiatori dovrebbero essere consci di quattro abilità o tecniche.
1. Fare da specchio
Molti di noi siamo abili nel notare i difetti altrui ma sorvoliamo sui nostri. Mariti e mogli sprecano un bel po’ del tempo di consulenza (se i consulenti glielo permettono) a rimbeccarsi con rabbia le rispettive malefatte. Se si tratta di ricordare il comportamento irritante dell’altro, la memoria funziona sempre bene. Spesso però la memoria inciampa nel ricordare il proprio contributo al problema. Manca semplicemente l’attenzione. Quando sbagliamo ci viene spontaneo essere selettivamente disattenti, per poi ignorare le motivazioni ed i nostri veri sentimenti.
Un incoraggiatore, a volte, deve fare da specchio, riflettendo all’ascoltatore cosa sta realmente provando, facendo e programmando. I problemi si possono affrontare soltanto quando vengono riconosciuti. La riflessione scopre problemi che richiedono la nostra attenzione, ma che il nostro sistema selettivo di memoria (un’espressione elegante per definire una parte della nostra natura peccaminosa) tende ad ignorare. Due esempi illustreranno come gli specchi riflettono a colui che parla una realtà che sta trascurando.
Giovanni: “Susanna non è mai puntuale. Sono anni che per questa ragione non arriviamo mai in tempo in chiesa o in qualsiasi altro posto!”
Pasquale: “Non mi sembri ben disposto verso di lei, è evidente che le sue abitudini ti irritano”.
È da notare che l’enfasi si sposta dal ritardo di Susanna alla seccatura che prova Giovanni. Questo spostamento è cruciale. Giovanni non può fare niente direttamente riguardo ai ritardi di sua moglie, ma può riesaminare i propri atteggiamenti. L’incoraggiamento, tramite il riflesso dello specchio, ha messo in luce una situazione che richiede più amore e buone opere (Ebrei 10:24-25).
Roberto: “L’università dura troppo a lungo. Ancora tre anni e mi laureo. Sembra un’eternità e poi che farò?”.
Giovanna: “Sembra che sei combattuto riguardo la finalità di tutti questi anni di studio”.
Nuovamente, l’enfasi si sposta dalla noia scolastica (una realtà che non si può cambiare) verso interrogativi circa l’obiettivo, a cui si può rispondere per mezzo della preghiera e della consulenza. Il riflesso dello specchio fa esattamente questo: riflette di rimando a colui che parla il problema fondamentale che richiede attenzione.
2. Chiarificazione
Forse l’ostacolo maggiore per una comunicazione efficace è la nostra tendenza a presumere di sapere quel che un’altra persona sta dicendo, mentre non è così. Il linguaggio che usiamo è come un diamante dalle molte sfaccettature: proprio come cambiano i colori quando la gemma è rivolta verso la luce, così delle nuove sfumature di significato diventano evidenti ogni qualvolta consideriamo le parole altrui da un’altra angolazione.
La capacita di chiarificare è necessaria per determinare se abbiamo esaminato le parole altrui da diverse prospettive per raggiungere poi un quadro adeguato di quanto voglia esprimere. La tecnica stessa è tanto semplice quanto trascurata. Dobbiamo soltanto chiedere quel che intendeva colui che parla o ripetere quel che ritieni che lui intenda e domandare se hai afferrato il significato. Il punto è: non presumere di aver capito, verifica prima.
Tonino: “Che confusione questa dichiarazione dei redditi. Mi fa impazzire”.
Maria: “Qual è il problema, caro?”.
Maria sta chiarendo il messaggio di Tonino. Facendo così stimola ulteriori scambi. Se Maria avesse voluto troncare la conversazione, avrebbe potuto sostituire la sua domanda chiarificatrice con un commento come: “L’hai rimandato fino ad aprile – avresti dovuto farlo prima” o qualcosa di più cortese come: “Sono certa che ce la farai”.
Tale precisazione [“Qual è il problema, caro?”] incoraggia colui che ha parlato a specificare più chiaramente quel che ha nell’intimo. Una volta che il problema è stato adeguatamente capito, è più facile riconoscerne il rimedio. Ricorda che l’obiettivo finale dell’incoraggiamento è di aiutare le persone a maturare nel loro cammino con il Signore Gesù. Chiarire un problema rende più facile adottare una soluzione biblica.
3.Esplorazione
Il fare da specchio e la chiarificazione aprono delle occasioni per conversare, ma a volte le persone che vogliamo incoraggiare si ritirano discretamente dall’apertura che avevamo loro offerto. In altre occasioni vanno avanti, condividendo ulteriormente quanto sentono o pensano.
Quando qualcuno spontaneamente si apre su quello che sta accadendo, l’incoraggiatore può tranquillamente cogliere l’opportunità per esplorare più dettagliatamente le problematiche che richiedono maggiore attenzione alla luce delle Scritture. Domande che richiedono risposte più ampie piuttosto che quelle che provocano un sì o un no spesso promuovono ancora di più la ricerca. Ad esempio, la domanda: “Dimmi come ti sei sentito quando è successo quel fatto” va più in profondata che “Eri veramente arrabbiato?”. Ritorniamo ad un esempio precedente:
Giovanni: “Susanna non è mai puntuale. È un anno che per questa ragione non arriviamo puntualmente in chiesa o in qualsiasi altro posto!”.
Pasquale: “Non mi sembri ben disposto verso di lei, è evidente che le sue abitudini effettivamente ti irritano”. (Pasquale fa da specchio)
Giovanni: “Sì è proprio così. Qualche volta mi arrabbio veramente”.
Pasquale: “In che modo le fai capire di essere arrabbiato? Cosa fai esattamente?” (Pasquale chiede un chiarimento)
Giovanni: “Oh, non l’ho mai picchiata, se è questa che intendi. Non dico più niente, forse ogni tanto ho un’esplosione di rabbia”.
Pasquale: “Che succede quando ti chiudi nel tuo silenzio o inveisci contro di lei? Ma lei capisce perché sei così arrabbiato?” (Esplorazione)
Ora Pasquale sta indagando. Invita Giovanni a prendere in considerazione più ampiamente gli effetti del suo comportamento con Susanna. Giovanni accoglie l’invito di Pasquale, spiegandogli come gestisce la sua rabbia. La scena ora permette una valutazione più dettagliata dei motivi e del comportamento di Giovanni, il che può portare al convincimento, al ravvedimento e quindi al rimedio.
L’esplorare è basilare per il processo d’incoraggiamento. Molti credenti, al giorno d’oggi, hanno perso la capacità di esercitare un auto-esame spirituale. Non è soltanto ciò che facciamo, ma anche il motivo per cui lo facciamo che dovrebbe costituire una preoccupazione costante per ogni credente. Quando i motivi sbagliati, dietro un comportamento irresponsabile verranno a galla, solo allora potranno essere corretti. L’esplorazione è un tentativo per svelare altri problemi nascosti che ostacolano la crescita spirituale.
4. Intima interazione
Ormai, dopo aver fatto da specchio, dopo aver chiarificato ed esplorato, la conversazione forse sarà diventata scomoda. La persona che stiamo cercando d’incoraggiare può sentirsi esposta e vergognosa e, come Adamo, cerca il nascondiglio più vicino.
Anche gli incoraggiatori potranno sentirsi a disagio, quando il dialogo prende una piega più personale. Entrambe le parti possono tacitamente accordarsi di ritirarsi ad una distanza più comoda: “Oh, a proposito ieri sera hai visto la partita di calcio alla TV?” oppure, “Beh, ritengo che le lotte facciano parte della vita stessa. Sarà certo un sollievo andare in cielo. Sono pronto”.
Quando qualcuno si è esposto ai tuoi sondaggi, quando volutamente ha chiarificato ciò che realmente intendeva, quando ti ha permesso di sondare più in profondità nella sua situazione penosa, allora è il momento di usufruire apertamente dell’intimità che si sta sviluppando. Non si dovrebbe perdere l’occasione d’incoraggiare efficacemente. Abbi coraggio. Esprimi a parole quel che accade.
“Giovanni, stiamo parlando di faccende abbastanza personali. Quanto hai condiviso mi fa ritenere che sia importante andare fino in fondo. Non ho una serie di risposte già pronte da darti, ma desidero tanto continuare a parlare dei tuoi problemi con Susanna. Non voglio affatto intromettermi nella tua vita personale, ma mi fa veramente piacere parlarne con te”.
L’apertura reciproca è riuscita a raggiungere adesso l’apice del problema. Ascoltare con amore e sensibilità, offrire consigli con prudenza, accettare con pazienza, riprendere fermamente ma con dolcezza, sono tutti mezzi a disposizione dell’incoraggiatore, mentre parla da un cuore amorevole.