Quest’articolo è stato scritto da Robert Tamasy, vice presidente di comunicazione della Leaders Legacy, Inc. Appare qui per gentile concessione dell’Apice e della sua mailing list “Manna del Lunedì”.
Chi sono i tuoi eroi, le persone che tu ammiri molto e che vorresti prendere come modello?
Tutti noi abbiamo persone per cui nutriamo una grande stima. Uomini e donne che hanno seguito un profilo elevato nel comportamento personale e professionale. Ma esiste un problema anche con questi eroi: sono umani e possono sbagliare. Quando questo succede, ci sentiamo delusi e traditi perché non hanno vissuto secondo le nostre attese.
A un importante leader è successo esattamente questo. Ha preso delle cattive decisioni che hanno reso pubblico il suo fallimento, la sua reputazione di uomo integro e di grandi principi etici ne è stata intaccata. Lui ne ha sofferto un considerevole danno. Come suo ammiratore, mi sono trovato fra quelli rimasti sorpresi e costernati per le rivelazioni. Quell’uomo non aveva mai dato alcun segno che facesse presagire la sua disgrazia, ma prima o poi tutti noi possiamo correre questo rischio, anche se stiamo vivendo secondo i valori che ci sono cari.
Non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. (Romani 3:23).
Il termine “peccato” significa “mancare il bersaglio”. Il contesto di questo verso biblico si riferisce al non agire secondo i dettami divini. Tu hai mai incontrato una persona “perfetta”? Io no. Per questo tutti noi facciamo parte di: “tutti hanno peccato”.
Significa allora che dobbiamo ignorare, scusare i comportamenti sbagliati? No! Coloro che occupano posizioni di comando devono essere coscienti che sono giudicati in base a elevati standard e aspettative, più rigorosi di quelli applicati ai subalterni, perché devono servire d’esempio. Però, alimentare attese o esigere perfezione da loro, non è ragionevole, né realistico. Quando mettiamo i nostri eroi su un piedestallo, possiamo incominciare ad aspettare la loro caduta. Ecco qualche principio della Bibbia riguardo ai fallimenti, degli altri e i nostri propri.
Non affrettarti a dare un giudizio degli altri. Quando lo sbaglio è scoperto, siamo propensi ad accusare questa persona di frode, o peggio. Possiamo avere ragione, ma dobbiamo anche ammettere che potremmo anche noi essere colpevoli del medesimo sbaglio, a seconda delle circostanze. “Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché col il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi”. (Matteo 7:1-2).
Osserva te stesso. Abbiamo la tendenza ad essere più critici con quelli che riflettono le nostre proprie deficienze e aree di debolezza. Prima di condannare gli altri, assicuriamoci di non nascondere noi dei peccati. “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? Togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello”. (Matteo 7:3,5).
Stai attento a non minimizzare le tue vulnerabilità. Anni addietro un famoso leader aveva affermato che un’area nella quale non avrebbe mai avuto problemi era quella delle relazioni. Pochi anni dopo si venne a sapere che questo uomo sposato aveva una relazione extramatrimoniale con la sua assistente amministrativa. “Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere”. (1 Corinzi 10:12).