Quest’articolo è stato scritto da Andrea Thomas per la sua mailing list chiamata “Sapere per Fare”. Usato con permesso.

La riconciliazione (rimettere in comunione due persone o fazioni che hanno difficoltà relazionali) è utile e necessaria ovunque: nei matrimoni, nei rapporti genitori-figli, sul luogo di lavoro ed anche nelle chiese.

Paolo, scrivendo ai Corinzi, lo evidenzia come un servizio, o ministero, donatoci da Dio stesso.

Dio ci ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo, e ha dato a noi il ministero della riconciliazione. Poiché Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli ed ha posto in noi la parola della riconciliazione; facciamo da ambasciatori … esortiamo … siate riconciliati con Dio. (2 Cor. 5:18-20)

Ambasciatori:

Le parole usate sono importanti, e nella diplomazia internazionale l’ambasciatore ricopre il delicato ruolo di mediatore per portare pace dove c’è discordia. Così Paolo ci esorta a servire dove ne vediamo il bisogno per riconciliare, e la prima riconciliazione più importante è quella tra Dio e noi, che egli stesso ha provveduto tramite Gesù Cristo.

Riconciliati con Dio:

Ci sono molti passi nell’Antico Testamento che ci parlano della volontà di Dio di riconciliare gli uomini con sé, sempre per amore e sempre senza che l’uomo, poveretto, possa contribuire gran ché: Nel tuo amore hai liberato la mia anima dalla fossa della corruzione, perché hai gettato dietro alle tue spalle tutti i miei peccati (Isa. 38:17).

L’immagine illustra la verità che qualcosa gettato dietro alle nostre spalle non potrà mai più essere visto. E ancora: Io, proprio io, sono colui che per amore di me stesso cancello le tue trasgressioni, e non ricorderò più i tuoi peccati (Isa. 43:25). Ricordiamo che il sangue di tori e agnelli COPRIVA i peccati del popolo, mentre il sangue di Cristo, l’Agnello di Dio, TOGLIE (cancella) il peccato dalla nostra vita.

Un’altra bella immagine è in Isaia 44:22: Ho cancellato le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati come una nuvola; torna a me, perché io ti ho redento. Come dopo la pioggia, il grigiore delle nuvole viene sostituito da un bel cielo sereno, così il nostro rapporto con Dio torna a splendere nella pace e nella serenità.

Ho sentito dire che Dio dimentica i nostri peccati, ma in realtà non è così, perché dimenticare è un difetto, e Dio non ha difetti; piuttosto, Egli ha scelto di non ricordare più: Tutti mi conosceranno, perché perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato (Ger. 31:34).

Ancora, certe volte noi ci ricordiamo dei nostri peccati e cadiamo in depressione e sensi di colpa, ma Dio ha usato altre belle immagini per illustrare la sua riconciliazione con noi: Quanto è lontano il levante dal ponente, tanto ha egli allontanato da noi la nostra colpa (Sal. 103:12). E ancora: Egli avrà nuovamente compassione di noi, calpesterà le nostre iniquità. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati (Michea 7:19).

Quanto è lontano l’Est dall’Ovest? Sarà sempre una distanza irraggiungibile! Tanto siamo stati liberati dai nostri peccati, e sarà utile ricordarlo quando ci scoraggiamo.

Riconciliati con gli altri:

(…come anche noi perdoniamo ai nostri debitori…) Se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà le vostre (Matt. 6:12-14). Questa frase famosa che segue il Padre Nostro ci ricorda il nostro dovere cristiano di riconciliarci anche con chi ci ha offesi, con uno stile di vita generoso. Perdonate e vi sarà perdonato, date e vi sarà dato, perché con la misura con cui misurate sarà misurato a voi (Luca 6:37).

Ricorderete, a proposito, la domanda di Pietro: Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte? (Matt. 18:21). Notate che Pietro specifica: “Gli dovrò perdonare” come se fosse un dovere scomodo, ma necessario per essere più santi; ricorderete anche la risposta di Gesù, 70 x 7 = 490, cioè un numero che difficilmente supereremmo in un giorno.

L’insegnamento è chiaro: Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta e vai prima a riconciliarti con tuo fratello, poi torna e presenta la tua offerta (Matt. 5:23-24).

Anche qui, spesso abbiamo usato questo passo dicendo che Dio è più interessato al nostro essere riconciliati che ai nostri soldi, ma nel contesto Gesù stava parlando di sacrifici e olocausti portati al Tempio, non di decime, quindi dovremmo pensare al “sacrificio di lode, di labbra che confessano il Suo nome”.

Se vogliamo lodare il Signore correttamente, non dovremmo essere in lite con nessuno, per quanto dipende da noi, siano essi credenti o non credenti. E se sappiamo che qualcuno ce l’ha con noi, siamo chiamati NOI ad andare da LORO, non aspettare che vengano loro da noi.

Ambasciatori: riconciliare persone con Dio.

Ecco il compito finale della nostra chiamata; non siamo stati chiamati a costruire chiese (le edifica Gesù) né a innalzare mura di santità, ma a dare alle persone una via per essere riconciliati con Dio. Quindi a predicare Cristo Gesù, che ha riconciliato noi col Padre e vuole usarci perché anche altri siano riconciliati e i perduti siano trovati.