Quest’articolo è stato scritto da Rick Warren per il sito www.pastors.com (in inglese) e tradotto da Andrea Thomas per la sua mailing list chiamata “Sapere per Fare“. Usato ed adattato con permesso.
Quattro grossi errori che conducono all’esaurimento
Una delle problematiche che affrontiamo è la questione del “burnout” o esaurimento. Quando ne parliamo, l’interesse è enorme: è un grosso problema. Perché così tante persone e pastori in particolare si esauriscono nel loro servizio? Succede a causa di un modo di pensare errato. Il nostro pensiero controlla le nostre emozioni e le emozioni controllano il nostro modo di agire.
Il problema è che quando ci troviamo in un momento motivamente basso, commettiamo in genere quattro errori tipici…. Voglio evidenziare quattro delle principali cause interne dell’esaurimento
nel servizio.
Errore n°1: Ci soffermiamo sulle nostre sensazioni più che sui fatti
Ragionare sulle emozioni è pericoloso. Il ragionamento emotivo dice: “Se lo sento, allora è così.” Se mi sento un fallito, sono un fallito. Se non mi sento vicino a Dio, allora non sono vicino a Dio. Se mi sento un pastore incapace, allora devo proprio essere un incapace. Fatto è che le sensazioni non sempre sono fatti. Le tue sensazioni ti diranno che sei inutile e senza speranza, ma quelle sensazioni non hanno radici nella verità.
Errore n°2: Ci paragoniamo agli altri
Quando siamo emotivamente scarichi, cominciamo a fare paragoni. La Bibbia mette ripetutamente in guardia contro questo. Quando cominci a paragonarti agli altri, ti stai predisponendo alla depressione. Tutti siamo diversi; ognuno di noi è unico. Solo tu puoi essere tu. Quando andremo in cielo, Dio non ci dirà: “Come mai non sei stato più come Billy Graham?” o, “Come mai non sei stato più simile a Mosè?” oppure: “Come mai non sei stato più come …?”
Veramente ci dirà: “Come mai non sei stato più come te stesso?” Ci esauriamo emotivamente perché cominciamo a paragonarci. Quando facciamo paragoni, confrontiamo le nostre debolezze con i punti forti degli altri. Trascuriamo il fatto che loro avranno dei punti deboli nei quali magari siamo forti noi. Facciamo paragoni che ci mettono nei guai.
Errore n°3: Ci incolpiamo per cose che non sono colpa nostra
Tendiamo a prenderci delle colpe, e quando siamo emotivamente scarichi tendiamo a caricarci la colpa di tutti i problemi del mondo. Se svolgi un servizio di aiuto, come consulente, pastore o assistente sociale, scoprirai che la gente non sempre risponde come tu vorresti che rispondano. Puoi influenzare la gente ma non puoi controllarla. Eppure tendiamo a prenderci la colpa quando altri fanno delle scelte che non approviamo o comprendiamo.
Errore n°4: Esageriamo ciò che è negativo
Vi siete mai accorti che, quando siete scoraggiati, sembra che tutto vada male? Quando la tua vita si riempie di paura, rancore, bassa autostima, rabbia, solitudine e preoccupazioni, allora sei in rotta per l’esaurimento. A quel punto, se ti concentri sulle tue sensazioni, ti paragoni agli altri, ti prendi la responsabilità per le scelte di tutti ed esageri ciò che è negativo, vedrai solo peggiorare le cose.
Quattro passi per combattere l’esaurimento!
Una cosa che mi piace tanto della Bibbia è che non ci trovi solo le cause dei problemi della vita; ci dice anche come curarli. Quando Elia affrontò un “burnout” nel suo ministero, Dio lo aiutò a fare quattro cose che sono applicabili alle nostre vite di oggi proprio come lo furono ai tempi di Elia.
Se sei scoraggiato e stai rischiando il burnout, se sei depresso, sei stufo di tutto e vuoi fare come Elia e scappare dalle responsabilità nella tua vita, allora devi fare queste quattro cose.
Primo passo: Riposa il tuo corpo
Rilassati. Prenditi cura del tuo fisico. Questa è la prima cosa da fare quando sei emotivamente esaurito. Quando Elia si trovava sull’orlo del burnout, la Bibbia dice: “Elia…espresse il desiderio di morire…poi si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Allora un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati e mangia». Egli guardò, e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre calde e una brocca d’acqua. Egli mangiò e bevve, poi si coricò di nuovo. L’angelo del Signore tornò una seconda volta, lo toccò e disse: «Alzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te». Egli si alzò, mangiò e bevve; e per la forza che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino a Oreb, il monte di Dio.” (1 Re 19:58)
Secondo me è interessante che quando Elia cominciò a piangersi addosso, a contemplare il suicidio e dire: “Dio, voglio morire!” Dio non rimproverò Elia. Non aggiunse pesi al suo senso di colpa. Il rimedio di Dio, primo passo, fu di dare da mangiare a Elia, poi riposo, poi mangiare e altro riposo. Certe volte la cosa più spirituale che si può fare è andare a letto. È incredibile quanto bene faccia una notte di riposo al nostro atteggiamento. La stanchezza e la fatica promuovono la depressione e rimettersi in forma è un eccellente preventivo al burnout emotivo. Sarai molto più forte spiritualmente se sei forte fisicamente. Rilassati e riposa il tuo corpo.
Secondo passo: Rilascia le tue frustrazioni
Pregaci sopra. Parlane con Dio. Butta tutto fuori. Lamentati col Signore. Confessa le cose a Dio. Tira fuori l’amarezza. Condividi con Dio le cose che non ti vanno.
Dio parlò a Elia nel vs. 9, “Che c’è? Cos’è che ti disturba?” Ed Elia si sfogò. “Lassù entrò in una spelonca e vi passò la notte. E gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Che fai qui, Elia?» Egli rispose: «Io sono stato mosso da una grande gelosia per il Signore…» e racconta a Dio come si sente.
Dio lo fece sfogare finché non finì le parole. Dio non lo interruppe, non lo criticò. Dio non si spaventa quando ti lamenti, quando gli dici: “Dio, che lavoro ingrato!” oppure: “Dio, non mi piace il fatto che sono stato male di salute.” Dio ti ascolta. Dio gli stava permettendo di scaricarsi. C’è una catarsi spirituale, una pulizia. Ed è sempre un grosso aiuto avere un amico cristiano con cui parlare.
Terzo passo: Rimetti a fuoco su Dio
Togli gli occhi dal problema e rimettili a fuoco su ciò che Dio vuole fare nella tua vita. Dio portò Elia fuori. “Esci dalla caverna, Elia. Ho qualcosa da mostrarti.” E Dio fece spettacolo. Sarà stato incredibile. Leggiamo al verso 11: “Dio gli disse: «Va’ fuori e fermati sul monte, davanti al Signore». E il Signore passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. E dopo il vento, un terremoto; ma il Signore non era nel terremoto. E dopo il terremoto, un fuoco; ma il Signore non era nel fuoco. E dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero. Quando Elia lo udì, si coprì la faccia con I mantello, andò fuori e si fermò all’ingresso della spelonca.” Dio mise in piedi degli effetti pirotecnici fantastici. C’erano tuoni e fulmini, un terremoto e rocce che si spaccavano. È incredibile, ma alla fine Dio gli parlò in un sussurro.
Tipico, vero? Dio raramente ci parla in maniera drammatica come quando di colpo senti la sua presenza e ricevi una parola da parte di Dio. No, la maggior parte delle volte Dio ci parla nel silenzio, quando stiamo seduti, preghiamo, leggiamo la Bibbia, magari seduti davanti a un laghetto tranquillo e stiamo tranquilli davanti al Signore. È proprio allora che lui semina un’idea, una ispirazione. Dio rammentò a Elia che era lì, che non era andato via, che stava lì vicino a lui, e gli disse: “Stai tranquillo. Renditi conto che sono qui con te.”
Quarto passo: Ridedica la tua vita a Dio
Rimetti la tua vita nelle mani di Dio. Lascia che Dio ti dia una nuova direzione, un nuovo scopo, un nuovo lavoro, una nuova carriera se necessario, un nuovo ministero. La Bibbia dice al verso 15: “Allora il Signore gli disse: «Vai, rifai la strada nel deserto.» Gli disse: “Torna al lavoro, Elia, vai in questa città e ungi quest’uomo come re.” Gli diede un progetto, un lavoro. La maniera più veloce per sconfiggere la tua depressione è di coinvolgersi nelle necessità degli altri. Trovati un servizio. Trova un posto dove ti puoi donare agli altri. Mentre tu ti doni, Dio si dona a te e tu diventi un suo canale. La gente più felice del mondo è quella che aiuta altra gente. Dio diede un nuovo lavoro da fare a Elia, che avrebbe aiutato altri.
Alcuni di voi stanno combattendo la depressione. Vi sembra di avere poco ferro nel sangue. Forse non ve la sentivate di alzarvi dal letto stamattina. Forse per alcuni è difficile prendere delle decisioni; non sapete proprio cosa fare. Un sintomo dell’esaurimento è quando non si riesce più a prendere decisioni; non sei decisivo. Forse vi sentite come se aveste tutto il mondo contro, vi sentite giù e vi sembra che tutto vi stia crollando intorno. Forse siete intrappolati: intrappolati in un lavoro che non vi piace o intrappolati in un rapporto che non reggete e non sapete cosa fare. Siete sempre stanchi. Non avete energia. Forse vi andrebbe di scappare via, come fece Elia.
Eccovi una buona notizia. Gesù Cristo vi dice che c’è speranza. C’è una via di uscita. Non si deve per forza vivere nella depressione. Dio vi aiuterà a uscirne se fate questi quattro passi. Non siete soli. Dio si cura di voi, e così fanno anche le persone della vostra chiesa. Con l’aiuto di Dio, cambiare si può.