Quest’articolo estratto dal libro “La teologia del nuovo patto” di Rinaldo Diprose. Appare qui per gentile concessione di IBEI-edizioni.
La conduzione collegiale della chiesa da parte di anziani
Il tipo di conduzione praticato nelle chiese cristiane di cui si ha notizia nel libro degli Atti e nelle Lettere apostoliche, ha una duplice origine: la pratica secolare del popolo d’Israele e l’ascensione di Gesù, capo della chiesa.
In Israele c’era stata, dal tempo di Mosè fino al tempo di Gesù, oltre alle categorie di persone che avevano ricevuto un’unzione speciale – sacerdoti, profeti e re – anche quella di anziani (Es 4:29; Mt 16:21). Questo tipo di guida laica venne assunto presto dalla chiesa, prima a Gerusalemme (At 11:29-30; 15:6, 23, 28) poi fra le chiese nate nella diaspora giudaica (1 P 1:1-2; 5:1-4) nonché nel mondo pagano (At 14: 21-23; cfr. Fl 1:1-2; Tt 1:5-9).
Paolo c’informa che è lo Spirito Santo a costituire gli anziani, detti anche «vescovi», preposti alla conduzione delle chiese locali (At 20:16,28). Pietro ci dice che essi risponderanno a Gesù, il Sommo pastore, per come avranno svolto il loro ministero (1 P 5:44). Il loro ruolo non assume l’aspetto di un «ufficio» e non è il frutto di un’ordinazione speciale da parte di un’autorità ecclesiastica umana, bensì va concepito come un servizio (vd. 1 Ti 3:1 nella NR).
Oltre a costituire alcuni membri delle chiese in qualità di anziani, lo Spirito di Cristo conferisce loro anche dei carismi specifici affinché possano svolgere il loro compito di vescovi. A tal proposito leggiamo dei «doni di governo» (1 Co 12:28) e «chi presiede» (Ro 12:4). In Efesini 4:7-12 Paolo elenca i doni principali da cui dipende la crescita della chiesa nel suo insieme («apostoli», «profeti», «evangelisti») e della chiesa locale («dottori-pastori») [Che si tratti di una sola categoria è suggerito dal fatto che Paolo usa un solo articolo in relazione a «dottori-pastori».] I doni «dottore» e «pastore» corrispondono alle funzioni principali degli anziani/vescovi.
A proposito dei conduttori locali, la Lettera agli Ebrei contiene la seguente esortazione:
Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegli per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità (vd. Eb 13:17).
L’apporto dei conduttori preposti dal Signore e la gioiosa sottomissione della chiesa a loro, sono esemplificati nei primi capitoli del libro degli Atti. Ma la vita di una chiesa autenticamente comunitaria non si esaurisce con le attività dei conduttori. Efesini
4:7-11 precisa che la grazia viene data a ognuno, secondo il dono particolare che Cristo gli conferisce (v. 7).
Quindi è previsto che ciascuno dia un contributo all’edificazione della chiesa, collaborando nei servizi che vengono svolti nell’ambito della vita comunitaria (vv. 12-16). Alcuni dei membri della chiesa avranno ruoli diaconali ben precisi, come nel caso dei sette amministratori di Atti 6:1-6; altri svolgeranno il loro servizio senza alcun riconoscimento particolare. Tutto verrà fatto per la sola gloria di Dio.